Berrettini perde le staffe: “Non è colpa mia, non ne posso più”

Berrettini si sfoga in un’intervista rilasciata dopo la sua partecipazione a Sanremo: ecco cosa ha infastidito il tennista romano.

Molti lo vedevano per la prima volta. Non avevano idea di chi fosse. Avevano sentito il suo nome al telegiornale in un caldo fine settimana di luglio, forse. Ma non sarebbero mai stati in grado di associare il suo volto e quei ricci scuri alle gesta di cui si è reso protagonista negli ultimi mesi.

Berrettini
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Quando ha sceso le scale dell’Ariston, però, è riuscito a calamitare l’attenzione di chiunque in quel frangente si trovasse davanti allo schermo. Un po’ per l’altezza da vatusso, un po’ perché oggettivamente è un Adone che non passa inosservato, a Sanremo è riuscito nell’impresa di entrare nelle case della gente.

Il tam tam sui social network è stato inevitabile. Matteo Berrettini è balzato subito in trending topic complici, inevitabilmente, frotte di potenziali tifosi che tutto ad un tratto sono rimasti incantati da questo ragazzone alto un metro e novantasei e bello come il sole in una domenica d’inizio primavera.

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Berrettini: “Scusate se sono bello, non è colpa mia”

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Cosa che tuttavia gli fa piacere solo fino ad un certo punto. Intervistato da Repubblica qualche ora dopo il siparietto con Amadeus e Fiorello sul palco del teatro della città dei fiori, Berrettini lo ha detto a chiare lettere: è stufo. Stufo che si parli troppo del suo aspetto fisico e meno, a volte, delle sue imprese sportive.

“Scusate, non è colpa mia se sono bello. Scusate, non è colpa mia. Ci sorrido. Beh, diciamo che la mia mamma e le mie nonne già quand’ero piccolo non facevano che insistere: “Ma quanto sei bello…”. Sono abituato – ha detto Matteo – però non faccio mica il modello, sono un atleta e per questo mi hanno chiamato a Sanremo”.

Più che la collaborazione con Hugo Boss, che ora lo veste da capo a piedi, o le copertine che le riviste di mezzo mondo gli hanno dedicato, il numero 6 del ranking preferisce difendere il suo palmares. “Non gioco a tennis per farmi dire che sono elegante o carino – ha concluso – Poi, che mi dispiacciano certi complimenti no davvero, sarei falso se lo dicessi».

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