Sinner meglio di Berrettini: il verdetto è definitivo

Sinner e Berrettini, ecco arrivare la sentenza più autorevole: a tirare le somme ci pensa un super esperto di tennis.

Vuole fare di lui un bad boy. Sfoltirne la zazzera rossa indisciplinata, irrobustirne le spalle e le braccia ancora spigolose e plasmarlo, così, a sua immagine e somiglianza. John McEnroe non lo dice chiaramente, ma è evidente che non stia nella pelle. Che non veda l’ora di poter iniziare a lavorare con Jannik Sinner.

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E questo sebbene non sia ancora detto che il supercoach che lo affiancherà, del quale tanto si parla in questi giorni, sia lui. L’ex tennista, oggi talent Eurosport, non ha ancora ricevuto la tanto attesa telefonata da parte da mister Riccardo Piatti, mentore e allenatore del talento venuto da San Candido per rivoluzionare il tennis mondiale.

Se il telefono dovesse trillare, portando con sé la proposta tanto auspicata da McEnroe, allora tutto potrebbe cambiare. “A Jannik – ha riferito al Corriere dello Sport – insegnerei ad essere “cattivo” come me! Lo vorrei vedere più espansivo, rumoroso, rock, esattamente come sono i tifosi italiani: nella mia carriera non ho mai giocato in un posto più chiassoso del Foro Italico! Chi è emotivo e non ha vergogna di mostrarlo, mi piace”.

Per McEnroe Jannik Sinner ha un solo rivale. E non è Berrettini

Sinner
©Getty Images

Ma perché il mitico The Genius ha questo chiodo fisso? Semplice. Le sue ragioni stanno tutte in una risposta contenuta in questa stessa intervista. “Insieme a Kyrgios – questa la sua sentenza definitiva, in mezzo ad un mare di domande a tema Sinner – è il talento migliore dell’ultimo decennio”.

Un’affermazione potente e per certi versi insidiosa, che vedrebbe l’altoatesino una spanna sopra agli altri campioni che hanno scritto pagine e pagine di fantastico tennis negli ultimi due lustri. Per effetto di una semplicissima equazione, per lui Jannik sarebbe addirittura al di sopra di altri top ten del calibro di Zverev, Medvedev, Tsitsipas e così via. In barba al ranking, ai punti e a tutta quella roba lì.

Questo verdetto è impietoso anche nei confronti di qualcun altro. Nella sentenza di McEnroe non trova spazio Matteo Berrettini, che è sì, ai suoi occhi, “un bravo ragazzo e un campione pieno di valori”, ma che sembra non convincerlo del tutto.

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