Green Pass per le scommesse: cosa succede nei corner e negli esercizi generalisti

Green Pass, tutto quello che c’è da sapere sulle modalità di verifica all’interno di sale scommesse, giochi e bingo. 

Che piaccia o no, possedere il Green Pass sarà condizione imprescindibile per avere libero accesso a determinate attività. Soprattutto per quanto riguarda quelle al chiuso, dal momento che all’aperto le possibilità di contagio da Covid-19 sembra essere nettamente inferiori.

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Esibire la certificazione verde, che conferma, ricordiamolo, l’avvenuta guarigione, il completamento del ciclo vaccinale o la negatività accertata tramite tampone, sarà obbligatorio anche nelle sale scommesse, giochi e bingo. Molti dubbi sono tuttavia stati sollevati, in merito, negli ultimi giorni.

Cerchiamo allora di fare chiarezza e di capire come ci si debba comportare in questa situazione. Iniziando col dire, è doveroso, che l’obbligatorietà del Green Pass non è relativa solo alle sale che svolgono questo tipo di attività e nulla più.

Cosa succede a chi bara sul Green Pass

Green Pass
(©Getty Images)

L’obbligo di accesso mediante Green Pass si applica anche, come si legge nel decreto 52/2021, ai corner scommesse e per l’utilizzo delle AWP collocate negli esercizi generalisti. Si gioca solo se si è in possesso della certificazione verde, insomma, indipendentemente da dove si decida di farlo.

Il certificato potrà essere esibito sia in forma cartacea che in formato digitale, tramite l’app IO. Sarà il personale deputato alle verifiche, a quel punto, ad incrociare i dati e a verificare se quelli presenti sul documento d’identità del cliente coincidano con quelli contenuti all’interno del qr code.

Non resta che capire, a questo punto, a cosa si vada incontro nel caso in cui si violino le norme sul Green Pass. Qualora l’esercente tentasse di bypassare la legge, scatterà per lui e per il cliente una sanzione amministrativa che può variare dai 400 ai 1000 euro. Se le norme vengono ripetutamente violate nel corso della giornata, è prevista invece la chiusura dell’attività per un periodo che va da uno a dieci giorni.

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