Serie A, Speranza a Gravina: “Il calcio è l’ultimo dei problemi”

Ieri sera nel corso di “Che tempo che fa” su Rai Uno, il presidente della FIGC Gravina ha ribadito la forma volontà di portare a termine il campionato di Serie A. In particolare Gravina ha detto: “Non sarò il becchino del calcio italiano. Ho la responsabilità di difendere il movimento”.

Il ministro della Salute Speranza pensa però che il calcio sia l’ultimo dei problemi dell’Italia in questo momento. Speranza è intervenuto telefonicamente durante Circo Massimo su Radio Capital: “La battaglia contro il coronavirus non è vinta, dobbiamo insistere sull’assistenza nel territorio, separando i reparti Covid da quelli non Covid. Immuni? L’app è uno degli strumenti, ma non esiste una mossa salvifica”. Poi il tackle sul mondo del calcio: “Con più di 400 morti al giorno, con sincerità, e parlo anche da tifoso, questo è l’ultimo problema di cui possiamo occuparci. Le priorità del Paese sono altre. Il calcio è l’ultimo dei problemi. Lavoreremo perché a un certo punto si possa riprendere la vita normale. Aprire stadi o scuole vorrebbe dire aprire i rubinetti dei contatti”.

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Serie A, la necessità dei tamponi per riprendere gli allenamenti

Le parole del ministro Speranza non sono una buona notizia per il calcio italiano, la cui ripresa potrebbe slittare. Per riprendere gli allenamenti infatti, secondo il protocollo della FIGC, serve un numero ingente di tamponi. Come scrive La Repubblica, per riprendere gli allenamenti dal 4 maggio – sempre in caso di via libera del governo – le squadre di Serie A dovrebbero avere già fatto circa 1400 test, ma il problema è che i tamponi respiratori al momento scarseggiano anche per medici e infermieri. Dare priorità al mondo del calcio da questo punto di vista avrebbe delle serie ripercussioni, come fatto notare del resto anche dal noto virologo Roberto Burioni ieri sera durante “Che tempo che fa”.

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