La Serie A, Gravina e la difesa disperata di un calcio che non c’è più

Nelle previsioni più ottimistiche, la Serie A dovrebbe tornare in campo a inizio giugno. Lo ha ribadito ieri sera il presidente della FIGC Gabriele Gravina in collegamento video con Fabio Fazio nel corso del programma tv “Che tempo che fa”. Gravina ha usato delle parole forti: “Non sarò il becchino del calcio italiano. Ho la responsabilità di difendere il movimento”.

Allo stesso tempo però Gravina ha detto che “Se il governo dovesse decidere per lo stop accetterei la decisione”.

Qui c’è il video dell’intervista di Fabio Fazio a Gabriele Gravina, presidente della FIGC.

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Serie A, i dubbi sulla ripartenza

La sensazione nel corso dell’intervista di ieri è che Gravina sia consapevole del fatto che non ci siano certezze sulla ripartenza della Serie A a giugno, e nemmeno a luglio. La sua è una melina a centrocampo per provare a difendere gli interessi economici del calcio italiano che però come ha detto il presidente del CONI Malagò dovrebbe preparare anche un piano B.

“Sono il primo a riconoscere la specificità del calcio e il diritto/dovere di cercare ogni strada per chiudere la stagione. Ma non hanno mai pensato a un’alternativa”. Riferendosi poi alla pallavolo Malagò ha aggiunto: “Catia Pedrini, presidentessa del Modena Volley, ha detto che non potrà più permettersi l’ingaggio di Zaytsev dopo questa crisi e che per salvaguardare la società, parliamo di uno dei capisaldi della pallavolo, è disposta a lasciarlo andare nella prossima stagione. Invece di pensare al campionato o alle coppe, cerca di mettere in sicurezza il futuro. Perché il vero problema non è l’oggi ma il domani»”.

Cercare di difendere gli introiti attuali del calcio da televisioni e pubblicità varie vuole dire non accorgersi del fatto che il mondo a causa del coronavirus sta cambiando e che ci sia bisogno di un iniziale ridimensionamento per poi magari tornare più forti e belli di prima.

Non avere iniziato a preparare della vie di fuga potrebbe causare problemi ancora maggiori, e già spuntano i primi litigi tra Serie C e Serie B su promozioni e retrocessioni.

Alcuni club lo hanno capito in anticipo, prima di tutte la Juventus – seguita ieri dalla Roma – che già a fine marzo ha trovato l’accordo con i suoi calciatori per il taglio degli stipendi in modo tale da mettere in ordine i conti del club.

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