Champions League: il Napoli può battere questo Barcellona?

Martedì 25 febbraio il Napoli giocherà la partita di andata degli ottavi di finale di Champions League, allo stadio “San Paolo”. Il suo avversario, il Barcellona, è da anni stabilmente incluso nel ristretto giro delle due o tre squadre più forti del mondo. Ma in questa stagione una serie di difficoltà impreviste e infortuni rilevanti ha condizionato negativamente il rendimento della squadra.

Vale in parte lo stesso discorso per il Napoli, con la differenza che il Barcellona è rimasto pienamente in corsa per il titolo nel campionato spagnolo. Al momento è in seconda posizione, con tre punti in meno del Real Madrid.

L’esonero di Ernesto Valverde, l’improvvisa assenza di una prima punta titolare e la recente clamorosa eliminazione dalla Coppa del Re contribuiscono tuttavia a rendere legittima una domanda che fino a poche settimane sarebbe sembrata insensata a molti. Il Napoli di Gennaro Gattuso ha qualche possibilità di eliminare questo Barcellona dalla Champions League, o quantomeno di batterlo al “San Paolo”?

Le assenze di Suarez e Dembele

Il Barcellona ha giocato nel 2020 appena due partite con il suo centravanti titolare Luis Suarez. Il 12 gennaio scorso, in seguito a un infortunio durante la Supercoppa di Spagna in Arabia Saudita, il trentatreenne uruguaiano ha subìto un intervento al menisco esterno del ginocchio destro. Da allora ha già saltato sette partite tra Liga e Coppa del Re. La sua stagione è virtualmente finita, sebbene un suo rientro prima dell’ultimo turno di campionato non sia da escludere.

L’assenza di Suarez ha di fatto privato il Barcellona del suo giocatore più influente in attacco subito dopo Lionel Messi. La società, forse in parte anche per ragioni di rendiconto e di fair play finanziario, ha scelto di non correre ai ripari durante la sessione invernale di calciomercato. Ha inseguito Rodrigo Moreno ma ha poi abbandonato la trattativa non appena il Valencia ha alzato il prezzo per la cessione.

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Nel frattempo è stato assunto Quique Setien come nuovo allenatore al posto di Ernesto Valverde. A quel punto la dirigenza ha forse preferito puntare sul rientro del giovane Ousmane Dembele, uno dei più promettenti e pagati giovani calciatori d’Europa. Già al Barcellona dal 2017 ma ancora totalmente irrealizzato, il ventiduenne francese ha giocato appena cinque partite in questa stagione a causa di ripetuti infortuni e squalifiche.

Pochi giorni fa, quando la guarigione dopo l’infortunio più recente sembrava ormai completa, Dembele ha subìto un nuovo grave strappo muscolare alla coscia destra. Un suo rientro a questo punto non avverrà prima di maggio. Al Barcellona e a Setien non rimane altra scelta che arrangiarsi per il resto della stagione con il diciassettenne spagnolo Ansu Fati. Calciatore di straordinarie potenzialità, peraltro messe in mostra contro l’Inter durante la fase a gruppi, Ansu Fati è ancora del tutto privo di esperienza.

Le incognite sul lavoro di Quique Setien

Ci sono buone probabilità che il Barcellona arrivi alla partita di andata degli ottavi di Champions League contro il Napoli senza ancora una formazione titolare stabile e definita a centrocampo. E anche a questo, a chiarire le idee a Setien, serviranno probabilmente le prossime due partite di campionato, contro il Getafe e contro l’Eibar.

L’impressione è che l’unico punto fermo del centrocampo sia Sergio Busquets. Per il resto Setien sta utilizzando stabilmente Frenkie De Jong ma in un ruolo da centrale avanzato che non sembra del tutto tagliato sulle caratteristiche del ventiduenne olandese, più abituato a costruire da dietro.

Il ruolo di terzo di centrocampo è al momento oggetto di contesa tra giocatori dalle caratteristiche diversissime. Si giocano un solo posto Arturo Vidal, Rakitic e Arthur Melo. Questa condizione impedisce di fatto a Setien di allestire facilmente una formazione con inclinazioni e schemi di gioco ricorrenti. Basta che ci sia Vidal al posto di Rakitic, e sia in fase di possesso che di non possesso il Barcellona cambia completamente volto.

Resta inoltre il problema in attacco. Ansu Fati ha mostrato di avere qualità eccellenti sia in fase di costruzione che nel dribbling. Ma sotto porta non ha ovviamente né la freddezza né la lucidità di Suarez, che pure non stava disputando la sua miglior stagione.

I contrasti tra Abidal e Messi

Ad agitare un po’ la cronaca sportiva intorno al Barcellona – oltre che alimentare folli ambizioni nelle conversazioni da bar in Italia – ha contribuito nei giorni scorsi una polemica a distanza tra il team manager Eric Abidal e Leo Messi. In un’intervista poi molto ripresa dalla stampa Abidal ha indicato nei cattivi rapporti tra i giocatori e l’allenatore precedente la ragione profonda dell’esonero di Valverde.

Messi non ha gradito moltissimo l’allusione generica di Abidal ai giocatori. Ha risposto qualche giorno dopo richiamando la dirigenza a una maggiore assunzione di responsabilità. E tanto è bastato naturalmente per avviare in Europa tutto un giro di surreali ipotesi di separazione tra Messi e il Barcellona a fine stagione.

Come ci arriva il Napoli

Chiaramente i problemi stagionali del Napoli, rispetto a quelli del Barcellona, sembrano l’iceberg del Titanic in confronto a un ghiacciolo. L’assurdo “ammutinamento” dei calciatori di fronte alle decisioni del presidente; l’esonero di Carlo Ancelotti; i limiti strutturali della rosa e le contestate scelte di mercato. Tutto questo ha determinato una situazione in cui il Napoli è già da tempo fuori dalla corsa per il titolo e con ridottissime possibilità di rientrare in quella per un piazzamento nella prossima Champions League.

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C’è però un ottavo di Champions League da giocare subito, il prossimo 25 febbraio, e contro un avversario tecnicamente superiore sotto tutti gli aspetti. In attesa del miglior Kalidou Koulibaly, rientrato da poco dopo un infortunio muscolare, ci sono alcuni elementi che permettono di coltivare un moderato ottimismo. Se non altro, anche considerando i noti problemi del Barcellona in (qualsiasi) trasferta, è un po’ più ragionevole oggi di quanto non lo fosse un mese fa attendersi che il confronto, specialmente nella partita di andata, possa essere meno squilibrato del previsto.

L’effetto del “San Paolo”

Da quando Gennaro Gattuso ha preso il posto di Ancelotti il Napoli è sembrato se non altro aver recuperato pienamente il suo forte legame con la tifoseria e il pubblico di casa in genere. E a farne le spese in meno di una settimana sono state recentemente due squadre più attrezzate e più in forma.

Con una partita di grande tenacia, giocata bene più sotto l’aspetto agonistico che dal punto di vista tecnico, il Napoli al “San Paolo” è prima riuscito a eliminare la Lazio dalla Coppa Italia, battendola per 1-0. Poi, più nettamente di quanto non dica il risultato finale, ha battuto per 2-1 la Juventus del suo ex allenatore, Maurizio Sarri.

La variabile Lobotka

Pur continuando a mostrare una preoccupante inclinazione a perdere lucidità e concentrazione in alcuni momenti delle partite, il Napoli è sembrato di recente aver migliorato leggermente alcuni movimenti a centrocampo. Dopo la partita di Coppa Italia contro l’Inter e prima della partita contro il Barcellona ci saranno due impegni di campionato in trasferta in cui Gattuso potrebbe testare soluzioni tattiche che favoriscano l’integrazione di Stanislav Lobotka nella rosa.

Le qualità del venticinquenne slovacco, uno degli acquisti della sessione invernale di calciomercato, sono ampiamente note e apprezzate nella Liga spagnola, il campionato da cui proviene. Pur in una squadra tecnicamente molto limitata come il Celta Vigo, negli ultimi tempi impegnata nella lotta salvezza, Lobotka – fino a quando ha giocato titolare – è stato a lungo un punto di riferimento della squadra. In fase di impostazione sa dettare i tempi di gioco e in fase di non possesso, risultando ancora più importante, sa occupare bene gli spazi leggendo in anticipo i movimenti degli avversari.

In almeno quattro confronti diretti su sette, relativi alle ultime due stagioni e mezzo, il Celta Vigo è riuscito a creare grossi problemi persino al Barcellona. E Lobotka, titolare inamovibile sia nel 3-5-2 di Juan Carlos Unzué che nel 4-4-2 di Fran Escribá, era in campo ogni volta. Giocava lui quando il Celta pareggiò 2-2 al Camp Nou a dicembre 2017, poi 1-1 al Balaidos a gennaio 2018, in Coppa del Re, e poi 2-2 ancora al Balaidos nell’aprile seguente. Ed era sempre Lobotka, insieme al turco Yokuslu, il titolare sulla mediana in occasione della vittoria di campionato per 2-0 a maggio dell’anno scorso.

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