Le cose da sapere prima del Gran Premio d’Australia di Formula 1

Non lo dicono troppo in giro, che ormai hanno un’età, ma qui circolano ancora appassionati che imposteranno la sveglia alle 6 del mattino per la prima gara del Campionato di Formula 1 del 2015. Per vedere i due piloti Mercedes che se le danno. E per godersi il mondiale più avvincente: quello dei “normali” (Williams, Ferrari, Red Bull e Toro Rosso).

Chi è andato forte in qualifica
Gli stessi che hanno stravinto e che andavano forte l’anno scorso, in qualifica e in gara: le Mercedes di Hamilton e Rosberg – primo e secondo in griglia di partenza – hanno un vantaggio tecnico quantificabile in un margine di oltre un secondo. La Williams, la squadra che – Mercedes a parte – è teoricamente messa meglio di tutte, si è qualificata terza con Massa, che però si è preso 1,4 secondi di distacco nel giro migliore. Praticamente lo stesso distacco della Ferrari, che ha svolto un’ottima qualifica, considerando come aveva chiuso la passata stagione. Hanno fatto una gran figura anche le Toro Rosso, per certi aspetti messe anche meglio delle Red Bull, specialmente sul piano dell’affidabilità.

Chi è messo meglio per la gara
La maggior parte dei commentatori è rimasta sorpresa positivamente dal “passo” della Ferrari, e specialmente di Kimi Raikkonen, durante le prove del venerdì fatte in configurazione da gara. In particolare, Raikkonen ha mostrato dei livelli molto ridotti di degrado delle gomme morbide: mentre i tempi dei suoi avversari – Mercedes inclusa – tendevano a peggiore leggermente man mano che le gomme si consumavano, i suoi miglioravano, a prova del fatto che il progressivo consumo delle gomme sulla sua macchina non era tale da compromettere il vantaggio del serbatoio progressivamente più scarico di benzina.

Il buon passo della Ferrari è naturalmente un vantaggio anche per Vettel, che va fortissimo soprattutto in qualifica e che però anche quest’anno si ritroverà quasi certamente, o perlomeno la maggior parte delle volte, in condizioni di gara che non predilige: non primo dall’inizio alla fine – modo in cui ha sostanzialmente vinto tutti i suoi titoli mondiali –
bensì nel gruppone a sudarsela e a fare a sportellate tutto il tempo. Una circostanza in cui Raikkonen ha invece maturato negli anni una certa esperienza, fin dai tempi in cui la McLaren lo metteva in pista con il pieno di carburante per fargli fare oltre metà gara pesante come un autocarro e recuperare poi posizioni quando gli altri si fermavano ai box per rifornire.

Massa è l’altro pilota con la macchina abbastanza buona e con l’esperienza sufficiente per portare a casa il primo podio stagionale, che vale come una vittoria nel mondiale degli altri. Sul passo gara vero e proprio, comunque, c’è da dire che la Ferrari di Raikkonen si è comportata un pelino meglio. Bottas si è qualificato “solo” sesto, che per la macchina che guida è poco: in seguito ha spiegato di aver sofferto di un problema alla schiena da un certo punto delle qualifiche in poi. Domenica mattina sarà sottoposto a un controllo medico per valutare le sue condizioni in vista della gara.

Chi ha già cambiato motore una volta
Quest’anno i piloti avranno a disposizione solo quattro motori (“power unit”) da utilizzare per tutta la stagione: dal quinto in poi scatta la penalizzazione sulla griglia di partenza, diversa a seconda dei casi. Sabato mattina la Red Bull ha fatto sapere di aver già dovuto cambiare la “power unit” sulla macchina di Ricciardo a causa di un guasto meccanico avuto nelle prove del venerdì (e per cui Ricciardo è rimasto ai box praticamente per tutto il giorno).

Quali sono le macchine indietro con lo sviluppo
La Red Bull ha avuto questo genere di contrattempi sia nelle prime prove del Gran Premio d’Australia che nei test invernali, e ha quindi percorso molti meno chilometri di quanto avrebbe dovuto fare secondo i piani di sviluppo. Sabato Ricciardo ha avuto problemi, seppur minori e risolvibili, anche con la nuova unità: in totale ha compiuto in questo weekend di gara soltanto 19 giri, tra prove libere e qualifiche. È veramente, veramente poco: Carlos Sainz sulla Toro Rosso, per capirci, già soltanto venerdì ne ha fatti 32 nella prima sessione di prove e 41 nella seconda. Sabato mattina altri problemi tecnici sono capitati anche sull’altra Red Bull, quella guidata da Daniil Kvyat, al quale venerdì invece era filato tutto più o meno liscio.

L’altra macchina messa malissimo con lo sviluppo, come noto, è la McLaren-Honda, i cui piloti Button e Magnussen hanno fatto segnare i tempi peggiori in qualifica, a oltre 4 secondi dal miglior tempo di Hamilton. È assolutamente verosimile che le pessime prestazioni sul giro siano anche in parte dovute a una maggiore cautela del costruttore nell’assemblaggio e nella configurazione finale delle due “power unit” di questo weekend: “sacrificare” la prestazione – e peggio di così non si può fare – potrebbe se non altro aver ridotto per quanto possibile il rischio di mandare in fumo l’intera unità. Il rischio, manco a dirlo, rimane concreto per tutti e due i piloti, come riconosciuto dallo stesso Button.

I piloti esordienti son bravi?
Sì, abbastanza. Di Max Verstappen, nuovo pilota della Toro Rosso, dodicesimo in griglia, si dice un gran bene ma bisogna pur sempre tener conto che ha 17 anni, e l’inesperienza in gara potrebbe manifestarsi in qualsiasi circostanza (è il suo primo Gran Premio in Formula 1). Il suo compagno di squadra, lo spagnolo Carlos Sainz, di anni ne ha 20, e per adesso ha fatto meglio di Verstappen: ha girato tantissimo e ha fatto un’ottima figura piazzandosi all’ottavo posto. È molto in gamba. I più sgamati però avranno notato che ha commesso più di una volta uno stesso errore di inesperienza alla penultima curva del circuito: finiva con le ruote esterne di destra oltre la linea di demarcazione della pista, sull’erba, e in almeno due occasioni è andato in testacoda.

Le iniziative dei bookmaker sulla Formula 1

Alcuni giorni fa, quando la competitività della Ferrari non era ancora del tutto nota, Gazzabet ha proposto una promozione che prevede il rimborso completo (fino a 10 euro) di una scommessa di almeno 5 euro eventualmente perdente sulla Formula 1 qualora la Ferrari arrivasse tra i primi tre classificati. C’è da battere la Williams di Massa, certo, ma la possibilità che uno tra Vettel e Raikkonen riesca a farcela non è così improbabile: certamente lo è meno di quanto si potesse immaginare la settimana scorsa.

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Per chi crede che Rosberg, come avvenuto l’anno scorso, alla fine della gara avrà trovato il modo di stare davanti a Hamilton – poleman di quest’anno e dell’anno scorso – la quota offerta da Gazzabet è 3.25.

Betfair, invece, propone una promozione denominata “gioca in sicurezza”: occorre iscriversi alla promozione e piazzare una scommessa singola sul vincente del Gran Premio, che sarà rimborsata completamente (fino a un massimo di 25 euro) se il pilota scelto non termina la gara. L’anno scorso Hamilton – partito dalla pole – perse la gara proprio a causa di un ritiro, dovuto a un guasto al motore: secondo molti, ora come ora è l’unica circostanza che possa determinare una non-vittoria delle Mercedes.

La frase del weekend
L’ha detta Ricciardo, a un certo punto del suo complicato fine settimana (la sua macchina è rimasta praticamente sempre ferma per guasti meccanici). Letta in un altro senso, spiega anche quanto sia complicato prenderci con le scommesse quando si tratta di Formula 1. «La parte più difficile di questo sport, probabilmente, è che non puoi fare affidamento solo al talento. Ci sono tante altre variabili che entrano in gioco. Non è come il tennis. Non hai una racchetta e basta, ché se perdi puoi dire che quel giorno non sei stato il migliore. Sapete, ci sono state gare in cui credo davvero di aver guidato meglio di chiunque altro, ma alla fine ho fatto solo quarto o quinto».

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