Niente da fare per Berrettini: invito rifiutato.
Sulla terra rossa, lo scorso anno, ha fatto faville. È lì che ha accumulato la maggior parte dei punti che gli sono serviti, poi, per scalare il ranking e per tornare a livelli a lui più consoni. Probabilmente non vede l’ora di tornare a sporcarsi le scarpette, memore di quanto accaduto nel 2024, ma questo non significa che Matteo Berrettini abbia intenzione di bruciare le tappe.

Anzi, è giunta notizia, da molto lontano, che il tennista romano che nel 2021 ha centrato la finale di Wimbledon avrebbe preso una decisione determinante. L’occasione era ghiotta, ghiottissima, ma The Hammer ha preferito declinare e attenersi alla programmazione concordata con il resto del suo team. Volerà quindi a Doha, nei prossimi giorni, per concedersi un altro tentativo sul cemento, dopo essere stato eliminato al primo turno dall’Atp di Rotterdam, che ha visto trionfare domenica scorso lo spagnolo Carlos Alcaraz.
Avrebbe potuto cambiare aria, ma non c’è stato modo di convincerlo. Questo ha raccontato Catalina Fillol, direttrice dell’Atp 250 di Santiago del Cile, in un’intervista a Clay, nella quale ha rivelato quanto sia difficile, da qualche tempo a questa parte, trovare giocatori disposti ad animare la stagione in Sud America.
Berrettini non ci sta: non c’è stato modo di convincerlo
A febbraio, a quelle latitudini, si gioca sulla terra rossa. Sono tre, al momento, gli appuntamenti in calendario ancora rimasti: si gioca a Buenos Aires, a Santiago del Cile e a Rio de Janeiro.

Peccato solo che, per l’appunto, gli organizzatori fatichino a chiudere le entry list e a regalare agli spettatori un evento che sia interessante in tutto e per tutto. Non ha contribuito, in tal senso, neppure il nostro Berrettini, che ha preferito continuare a giocare sul cemento piuttosto che volare in Sud America per una parentesi sulla terra rossa.
Questo, a tal proposito, lo sfogo della Fillo: “Posso sedermi con i giocatori, parlare del torneo ma nel momento in cui dico che si giocherà sulla terra, chiudono la porta. Non hai nemmeno la possibilità di fare una proposta formale. Abbiamo provato a convincere Matteo Berrettini. Il Chile Open si gioca in quota, cosa che lui adora: quasi tutti i suoi titoli sulla terra battuta sono stati vinti in città ad alta quota. Ma appena menzioni “terra battuta a febbraio”, ti dicono “No, grazie”. Che abbia perso, il romano, la possibilità di vincere un altro titolo e di accumulare qualche altro punto utile in ottica risalita del ranking?