Sinner distrutto, la rivelazione: “Ci è rimasto malissimo”

Sinner distrutto, la rivelazione nei confronti del tennista numero uno al Mondo che in questo momento è l’uomo dello sport in Italia. Ecco le parole del suo primo tecnico

Jannik Sinner è l’azzurro del momento. E giustamente anche visto che è entrato nella leggenda del tennis diventando il numero uno al mondo. Pochi giorni fa si è preso l’affetto di Sesto Pusteria, sua città natale, e dove è stato insignito della cittadinanza onoraria.

Sinner distrutto, la rivelazione: "Ci è rimasto malissimo"
Jannik Sinner, è il tennista numero uno al mondo (Lapresse) – Ilveggente.it

Un’occasione per rivedere facce amiche, un’occasione per sentirsi amato – anche se non c’è realmente bisogno – in un luogo a lui tanto caro. Una passerella, meritata ampiamente, per quello che ha fatto e che farà dentro uno sport che di solito è di nicchia, ma che grazie a lui ha fatto esplodere la passione a molteplici italiani. In tutto questo, Fan Page, ha deciso di intervistare Heribert Mayr, il primo allenatore della carriera tennistica di Sinner, quando aveva solamente 12 anni.

Sinner distrutto, la rivelazione del coach

“In questo momento faccio il maestro di tennis a Riscone, al circolo di Brunico e posso dire di aver allenato tra gli altri Jannik Sinner. Il suo ritorno a casa? Si, sono stato invitato ed è stata una grande emozione. L’ultima volta che l’ho visto è stata a Parigi due anni fa ma da allora sono cambiate tante cose. Gli ho fatto complimenti per la vittoria degli Australian Open e per essere diventato numero uno al mondo”.

Sinner distrutto, la rivelazione: "Ci è rimasto malissimo"
Jannik Sinner, è il tennista numero uno al mondo (Lapresse) – Ilveggente.it

“L’ho allenato fino ai 13 anni, poi è andato via da qui. Tutto è cambiato: a un certo punto lui era il campione italiano di sci, eravamo in Primavera e mi disse di aver preso una decisione, ci restai male quando disse ‘Smetto con lo sci‘, la sua vita era basata su quello, e fortunatamente è andata bene. Cosa riuscì a capire subito? La cosa che aveva fin da piccolo era la capacità di leggere il gioco dell’avversario, aveva una grande visione di gioco e non dovevo spiegargli nulla, gli veniva tutto naturale”, ha chiuso il coach.

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