Argentina, esultanza in faccia all’Olanda: la “miccia” non vista sulla RAI

Argentina, l’esultanza in faccia ai giocatori dell’Olanda ieri sera ha già fatto il giro del Mondo. Ma c’è la miccia non vista dalla Rai

La foto ha già fatto la storia: i giocatori dell’Argentina, dopo il rigore di Lautaro, che esultano in faccia agli olandesi dopo essersela vista davvero brutta. Avanti due a zero, Messi e compagni sono stati ripresi al minuto 101 – e non siamo ai supplementari – dal secondo gol di Whegorst. Una rete che ha mandato la partita all’extratime prima, e ai tiri dagli undici metri poi. Poteva diventare un venerdì tragico per il Sud America, visto che nel pomeriggio c’era stata l’eliminazione del Brasile, ma l’Albiceleste di Scaloni ha avuto una fortuna diversa dal dischetto.

Argentina, esultanza in faccia all'Olanda: la "miccia" non vista sulla RAI
L’esultanza in faccia agli olandesi dell’Argentina ©️LaPresse

La partita, oggettivamente, è stata caldissima con 13 ammonizioni finali che rendono l’idea della corrida che si è scatenata a più riprese. Ma come detto, alla fine, quello che rimane, l’immagine iconica del match, è quello scatto che immortala gli argentini prendere in giro gli olandesi. Molti hanno Twittato sopra, anche Marchisio, questa mattina, parlando di Karma. Non è stato un bel vedere, su questo ci sono poche discussioni. Anche se adesso è uscito fuori un video dopo si vede quella che potrebbe essere stata la “miccia” che ha fatto scatenare il tutto.

Argentina, il video che “inchioda” l’Olanda

Prima dell’ultimo rigore, quello che poi si è rivelato decisivo del giocatore dell’Inter Lautaro Martinez, i giocatori dell’Olanda si avvicinano allo stesso nel momento in cui lui prende la via dell’area di rigore. Si accende subita la mischia, la scintilla. L’obiettivo era quello ovviamente di mettere ulteriore pressione al giocatore. Una pressione che anche il tiratore olandese, De Jong, cerca di incutere al Toro. Che, però, non ci casca: calcia forte, ad incrociare, spiazzando il portiere e mandando in semifinale la propria squadra. Poi il fattaccio, che fattaccio rimane. Ma ha un sapore diverso.

 

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