Galeotto fu Musetti: il tennista semina zizzania nella coppia

Musetti ne ha “combinata” una delle sue: ecco che cosa è successo e cosa c’entra il singolarista della Coppa Davis.

L’avventura americana non è andata troppo bene. Lorenzo Musetti si è come impantanato e non è riuscito a raggiungere il traguardo che si era preposto. Ma in Coppa Davis sarà tutta un’altra storia. Lì sì che vuole mettercela tutta per traghettare la sua Italia verso la finale e verso, perché no, il titolo.

Musetti
©️LaPresse

A Bratislava era stato l’eroe che aveva salvato la Nazionale azzurra di tennis, e chissà che anche a Bologna non possa dare un contributo altrettanto prezioso. Non gli mancano i mezzi, quello è poco ma sicuro. Ha tenacia ed energia da vendere e, quando è in giornata, sa fare magie.

Sa battere addirittura tennisti del calibro di Carlos Alcaraz, che da 72 ore è in cima al ranking Atp, figurarsi tutti gli altri. Basta che si svegli col piede giusto, appunto. Per il resto, sa far tutto il suo rovescio ad una mano. Quella racchetta che in mano a lui è più una bacchetta magica che non uno strumento per giocare a tennis.

Musetti e quel paragone che non piace a Panatta

Musetti
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Benché Musetti sia un genio, c’è qualcuno che però non ha gradito troppo un certo paragone. Nell’edizione odierna della Gazzetta dello Sport c’è un’interessantissima intervista a due voci ad Adriano Panatta e Paolo Bertolucci, che da oggi saranno “rivali” in tv: il primo commenterà la Davis per la Rai, il secondo per Sky.

Quando ai due campionissimi è stato chiesto se ci siano due tennisti come loro nell’attuale Nazionale azzurra guidata da Volandri, Bertolucci aveva già la risposta pronta. “Partiamo dal presupposto che ognuno è unico e irripetibile – ha detto – Mah, per il capello un po’ lungo, il bel tennis, l’atteggiamento un po’ guascone magari potrebbe essere un Musetti“.

Paragone che Panatta, però, non ha apprezzato. “Io come Musetti? Ma che cavolata è? Non mi somiglia per niente… Io facevo rovescio in back, lui in top. Io facevo servizio e volée, lui no. E poi lui porta il cappellino. Se poi mi parli della mano beh sì, lui ha una bella mano, da giocatore vero. Comunque di Bertolucci in questa squadra non ne vedo – ha poi detto, elogiando il suo compagno d’avventura – perché Paolo è unico e inimitabile. Se nel bene o ne male decidetelo voi…”.

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