Mina vagante in arrivo per Musetti: paura alla vigilia del cemento

Musetti, i giganti da abbattere non sono ancora finiti: ecco chi lo spaventa più di tutti in vista della stagione sul cemento.

Sapevamo che ne era capace. Che aveva tutte le carte in regola per riuscirci. Temevamo solo che dal punto di vista mentale non fosse ancora così maturo da poter battere un gigante del calibro di Carlos Alcaraz. Ma Lorenzo Musetti, fortunatamente, ci ha sbugiardati alla grande.

Musetti
©️LaPresse

Ad Amburgo ha vinto il suo primo titolo Atp, mettendo al tappeto un autentico mostro sacro della terra rossa. Con i 500 punti messi in saccoccia, si è poi “teletrasportato” al 31esimo posto del ranking. Mica male, per un atleta che ha rischiato di non accedere neanche al secondo turno.

All’esordio se l’era vista brutta. Dusan Lajovic lo ha messo in difficoltà sin da subito, costringendolo a spendere tantissime energie già all’inizio della settimana. Ne è valsa la pena, però, considerando dove è arrivato e quanto mirabolante sia stato il suo cammino sul suolo tedesco.

Musetti ne è sicuro: accadrà a New York

Musetti
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Il nuovo best ranking gli permetterà di essere, da qui in avanti, testa di serie. Un’iniezione di fiducia che non potrà che fargli bene, fermo restando che la strada da fare è ancora tutta in salita. Specie per uno che, come lui, è alla costante ricerca della perfezione. Anche ora che ha affrontato Alcaraz, tra i più temibili del circuito, di avversari che gli fanno “paura” ce ne sono un bel po’.

Nell’intervista che ha rilasciato alla Gazzetta dello Sport dopo la finale non ha fatto mistero di quale sia, ora, il suo timore più grande. Musetti non è mai stato particolarmente fortunato a livello di sorteggi – al Roland Garros beccò Tsitsipas al primo turno, tanto per dirne una – ed è per questo che è certo che andrà così anche agli Us Open.

“Nelle mie sei partecipazioni agli Slam – ha ricordato il carrarino – avevo preso cinque teste di serie… Ora che ci penso c’è la mina vagante Kyrgios, quindi con la mia fortuna a New York becco di sicuro lui al primo turno…”. Che sia l’australiano, ora, lo spauracchio del re di Amburgo?

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