Berrettini “typical italian”: inglesi pazzi per smorfie e gesti

Berrettini “typical italian”, il pubblico inglese non resta indifferente di fronte alle gag autoironiche del tennista azzurro.

Va bene il servizio a 200 chilometri orari, vanno bene gli ace e va bene pure quella voglia di non mollare mai, di non riuscire a contemplare la sconfitta. Ma Matteo Berrettini ha altri assi nella manica da tirare fuori ogni volta che il gioco si fa duro. Le simpatie del pubblico, ad esempio. È raro che l’azzurro non riesca ad accattivarselo, a portare la gente dalla sua parte. Al di là della presenza di qualche tifoso italiano sparso qua e là sugli spalti – che solitamente non manca mai, a qualsiasi latitudine – il tennista romano ha la non banale capacità di trascinare anche il cosiddetto tifo “neutrale”. Quello, per intenderci, che paga il biglietto perché ha esclusivamente voglia di assistere ad un match spettacolare.

Matteo Berrettini ©️Ansafoto

Che abbia un certo fascino, non solo a livello sportivo, è innegabile. Berrettini però è capace di “conquistare” con altre doti: il sorriso, le smorfie, i discorsi motivazionali che si fa tra sé e sé quando la partita sta prendendo una brutta piega o dopo un errore clamoroso.

Berrettini “typical italian”, il romano è diventato il beniamino del Queen’s

Nel prestigioso torneo londinese del Queen’s, dove il numero uno d’Italia è protagonista in questa settimana e dove ha appena battuto Paul in due set conquistando l’accesso alla semifinale, hanno imparato ad amarlo. Un feeling che si è instaurato lo scorso anno, quando fu proprio Berrettini a salire sul gradino più alto del podio battendo in finale il britannico – e dunque padrone di casa – Cameron Norrie. L’elegante pubblico della capitale inglese non si è dimenticato di quella fenomenale cavalcata – ripetuta poi anche a Wimbledon qualche settimana più tardi – e quest’anno figurava come uno dei più attesi.

Gli ha dato una grossa mano, ieri, durante la complicata sfida contro lo statunitense Kudla. Un match che altri tennisti mentalmente più fragili avrebbero forse finito per perdere. Berrettini invece si è “aggrappato” anche a loro, sciorinando il vasto repertorio di gesti propiziatori e autoironici presto diventati veri e propri meme. Esilarante la risata collettiva e scrosciante durante l’intervista di rito nel post partita, nella quale l’azzurro ha ammesso abbastanza candidamente di non sapere come avesse fatto a vincere.

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