Cancelo eroe per un giorno: pronto intervento e bambino in salvo

Cancelo salva un bambino con un abbraccio, ecco il gesto del portoghese che ha messo in salvo Ollie durante i festeggiamenti del City

Cancelo eroe per un giorno. Un intervento pronto, da uomo, che ha messo in salvo un bambino, Ollie, autistico, che era entrato in campo insieme al padre nel momento in cui l’arbitro ha fischiato la fine della gara tra il Manchester City e l’Aston Villa, che ha decretato la vittoria del campionato dei Citizens. Un enorme spavento per la madre, a casa, che ha visto la scena dalla Tv, cercando di contattare il papà del bimbo, Lee, che se l’è perso in quei concitati momenti.

Cancelo
Cancelo ©️LaPresse

Ma facciamo ordine nelle cose: al fischio finale, ovviamente, all’Etihad è scoppiata la festa con la gente che ha invaso il campo e così hanno fatto pure padre e figlio. Solamente che in quella marea umana si sono persi per un attimo, e ad accorgersene, oltre la mamma che guardava a festa in Tv, anche Cancelo: che ha notato quel bimbo impaurito e si è fermato immediatamente, abbracciandolo e proteggendolo. La storia è stata raccontata dalla mamma di Ollie, la signora Gordon, al Manchester Evening News.

Cancelo eroe per un giorno, salva la vita a un bambino

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Guardiola, tecnico del Manchester City ©️LaPresse

“Quest’uomo doveva essere in giro per il campo a festeggiare la vittoria e il titolo – ha continuato la madre – invece si è fermato a badare a un ragazzino sconosciuto che, se non fosse stato per lui, sarebbe stato calpestato dalla folla. Anche Ollie dice che sarebbe potuto morire quel giorno, perché in mezzo a tutti quegli uomini grandi e grossi non aveva scampo”. Questo le parole della donna, che messa da parte la paura, ha voluto ringraziare il terzino portoghese per il gesto che ha salvato praticamente la vita al piccolo di 10 anni.

“Ollie era terrorizzato, l’ho visto dalla televisione – ha commentato ancora la donna – Cancelo lo ha circondato con le sue braccia e gli ha dato un bacio tenendo indietro le altre persone che lo avrebbero potuto calpestare”. Una bella storia, di quelle da raccontare, di quelle che rendono “umani” i calciatori. Visti come idoli e senza sentimenti alcune volte, ma non è proprio così.

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