Wimbledon, anche in campo è Russia contro Ucraina: il tweet dal fronte

Wimbledon, la guerra mette zizzania tra due tennisti: ecco cosa sta succedendo e chi ha pubblicato il tweet al vetriolo.

Qualche giorno fa Andrey Rublev e altri tennisti russi hanno avuto una call con gli organizzatori dello Slam estivo. E hanno avanzato una proposta: quella di poter giocare a Wimbledon in cambio di una promessa. Si sono impegnati, cioè, a devolvere il montepremi in palio in favore degli aiuti umanitari.

Wimbledon
©️Ansafoto

“Le ragioni che hanno portato alla nostra esclusione non hanno senso – aveva aggiunto il numero 8 del mondo commentando il divieto imposto ai moscoviti e al Paese confinante con quello governato da Putin – e non c’è una logica in quello che hanno proposto. Avrei potuto capire se escludere i giocatori russi e bielorussi avesse un qualche impatto, ma non servirà a niente e non cambierà niente”.

La sua crociata, tuttavia, non è piaciuta neanche un po’ ad Alexandr Dolgopolov, l’ex tennista ucraino che si è arruolato per difendere il suo Paese. Con un tweet al vetriolo, il nativo di Kiev ha condannato la mossa di Rublev su tutta la linea, senza fare mistero di come la proposta da lui avanzata lo abbia in qualche modo offeso.

Wimbledon, Rublev sotto accusa: il tweet al veleno

“Queste dichiarazioni di Rublev – ha scritto l’ex atleta sul social che è appena stato acquistato da Elon Musk – rappresentano il chiaro motivo per cui la decisione della federazione inglese è quella giusta. Rublev dice non seguire le notizie e non sapere nulla ma sta solo mentendo, proprio come fa il suo presidente tutti i giorni“.

Dolgopolov non ci gira attorno: per lui il russo che domenica ha vinto il 250 di Belgrado, battendo Novak Djokovic, non sarebbe affatto sincero. “Ha giocato in doppio con un giocatore ucraino 10 giorni prima dell’inizio della guerra, ha scritto No war sulla telecamera. Sa sicuramente cosa sta accadendo. Anzi, Rublev, se vuoi capire ancora meglio prova a cercare su Google Bucha. Il tuo Paese sta mettendo in atto un genocidio in Ucraina“.

“Non è vero – ha aggiunto poi sulla questione montepremi – che lo sport non ha donato niente, Federer, i Beckham, i Jets, il Real Madrid, la Premier e la Nascar hanno donato un milione. In questo caso è meglio tacere piuttosto che dire bugie. Queste dichiarazioni sono piene di ipocrisia e falsità“.

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