Caso Peng Shuai, la mossa della WTA fa infuriare la Cina

Caso Peng Shuai, la mossa della WTA fa infuriare la Cina: decisione e replica, durissima, nello spazio di pochissime ore

Il caso Peng Shuai, la tennista cinese che il 2 novembre scorso aveva denunciato uno stupro da parte di un ex esponente del governo e importante membro del partito comunista, ha fatto il giro del Mondo. In pochi attimi, i migliori tennisti e non solo, hanno chiesto delle informazioni sulla donna che, per un poco di tempo, è scomparsa dai social.

Il 20 novembre erano stati diffusi due video ritraenti Peng Shuai in un ristorante a Pechino, seguiti da altri due della stessa Peng durante un evento tennistico mentre firmava autografi. Qualcuno ha messo in dubbio la veridicità di quel video, e il giorno dopo, la tennista, aveva preso parte a una conferenza del comitato olimpico confermando di essere al sicuro. La Wta, però, non ci crede. E allora ha preso una decisione importante.

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Caso Peng Shuai, la mossa e la reazione

“Con il pieno supporto del Consiglio di amministrazione della WTA, annunciamo l’immediata sospensione di tutti i tornei WTA in Cina, compreso Hong Kong” si legge in una nota su Twitter. Insomma, stop a tutti i tornei.  Con Steve Simon, padrone della Wta, che ha in pratica mantenuto fede alla minaccia di sospendere ogni tipo di manifestazione sportiva nel Paese.

“Siamo fermamente contrari a qualsiasi politicizzazione dello sport”, ha detto un portavoce del governo cinese Wang Wenbin. Rispondendo così alla decisione del comitato generale del tennis femminile. Un’accusa, quella della politicizzazione dello sport, che sicuramente farà discutere. Le polemiche sono solamente all’inizio, poco da fare. E il tema ormai è da un mese esatto che è al centro delle polemiche e sotto il continuo monitoraggio della stampa internazionale. Adesso dalle parole si è passati ai fatti. E la sensazione è che si protrarrà il tutto per le lunghe.

 

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