Padel, 3 motivi per provare questo sport nato da un clamoroso errore

Padel mania: il gioco che sta facendo vacillare (forse) anche i cultori del solito calcetto. Tre motivi per provarci, oltre ad alcuni siti e app utili

E’ padel mania. Improvvisa. Soprattutto dopo (o in mezzo, decidetelo voi) a questa pandemia che per due mesi, l’anno scorso, ci ha chiusi in casa. Dopo le riaperture, visto che i sport di contatti erano stati bloccati, è scoppiata la popolarità del padel. Uno sport che non ha avuto nessun blocco. Si è potuto praticare sempre, senza nessun tipo di problema, anche perché, di contatti, non ce ne sono proprio.

Ma quali sono i motivi per provarci: ne abbiamo scelti tre, ovviamente oltre al fatto che praticare qualunque tipo di attività fisica fa bene al fisico ma anche alla mente. Partiamo da un fatto pratico: se avete paura del contatto fisico per via del Coronavirus, allora è già un buono motivo per poter iniziare a praticare questo sport.

Poi non si è mai vecchi o nemmeno troppo giovani. Si può giocare a qualsiasi età. Basta saper tenere la racchetta in mano e soprattutto avere la testa libera. Essendo uno sport che si pratica in maniera individuale, allora ci si può affidare solamente a sé stessi.

Ultima, ma non ultima per importanza, è proprio la questione mentale: riuscire ad avere la consapevolezza dei propri mezzi. Negli sport di squadra questa cosa c’è, ma molto spesso è superata dal gruppo. In questo caso si è soli – o al massimo in coppia – e quindi si deve per forza puntare sulle proprie potenzialità. Che possono essere nascoste.

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Padel mania, il gioco nato per un clamoroso errore

Murray e Crouch ©️Getty Images

Ma com’è nato il Padel? Il gioco ha fatto la sua comparsa in Messico negli anni ’70, quando un cittadino decise di sfruttare uno spazio all’interno della sua abitazione per costruire un campo da tennis. Ma subito dopo si rese conto che non c’erano le misure esatte. E allora al posto di abbandonare il progetto, fece una recinzione attorno al campo affinché la pallina restasse sempre in movimento. Da quel momento in poi è stata un’ascesa. Lenta, c’è da dirlo.

 

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