Giada Borgato, la voce del Giro si tinge di rosa: così ha conquistato la Rai

Giada Borgato, ecco chi è l’ex ciclista e pistard alla quale è stato affidato il commento tecnico del Giro d’Italia 2021. 

Il ciclismo a livello agonistico è un mondo prettamente maschile. O comunque lo è sempre stato, fino ad oggi. Ma il bello del Giro d’Italia 2021 è che contribuirà, appunto, a ribaltare questo “mito” e a democratizzare un po’ di più un mondo in cui non c’è stato spazio, finora, per il gentil sesso.

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La voce che accompagnerà tappe e podi, per la prima volta nella storia dell’annuale appuntamento con il ciclismo, sarà femminile. Lei, Giada Borgato, non sta nella pelle. E ne ha ben donde. Vedersi affidare il commento tecnico sui canali Rai, d’altro canto, non succede proprio tutti i giorni, nel mondo delle due ruote.

Certo è che la televisione di Stato non avrebbe potuto scegliere meglio. La 31enne padovana nel mondo del ciclismo c’ha sempre sguazzato e ne conosce ogni singola sfaccettatura. Sa bene, quindi, quello di cui andrà a parlare. C’è così dentro, addirittura, che sostiene di non ricordarsela neanche, come fosse “fatta” la vita quando non era ancora in grado di montare sul sellino della sua prima bicicletta.

Giada Borgato, una vita in sella alla sua bici

 

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Aveva sei anni, quando iniziò a scorrazzare di qua e di là con quel mezzo che aveva tanto desiderato. Da allora non s’è più fermata. Nel 2012 è diventata campionessa italiana fra le élite e ha corso fino a 2 anni più tardi. Dopodiché, ha cambiato strada. «Venne un giornalista Rai, Piergiorgio Severini, a farmi l’intervista di fine carriera – ha raccontato alla Gazzetta dello Sport – Per scherzo gli chiesi se aveva bisogno di una mano, l’anno dopo mi chiamò per commentare con lui il Gp Plouay».

Tutto pensava tranne che avrebbe fatto la commentatrice, un giorno. Giada Borgato parla lo spagnolo, il francese, il tedesco e l’inglese e aveva sempre immaginato un altro futuro, per se stessa. Solo che la vita, si sa, a volte ci porta in posti inaspettati. Inaspettati ma bellissimi.

L’emozione è tanta. Ed è anche comprensibile, trattandosi di un evento così singolare quanto inaspettato. «Ho soltanto paura di bloccarmi in telecronaca – dice ancora la Borgato – di non sapere improvvisamente cosa dire: allora studio. Le tappe, i favoriti, le schede». Tra una cosa e l’altra, poi, si prepara anche ad infischiarsene di chi avrà da dire su questa “rivoluzione” tutta rosa: «Ci tocca sempre di sfondare dei tetti, di buttare giù dei muri, di rompere qualcosa – dice Giada – Il ciclismo è un mondo maschile, lo so già che molti diranno ehi, ma questa cosa c’entra col Giro».

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