Paris Saint-Germain e Marsiglia, la mega rissa a fine partita

Il Paris Saint-Germain e l’Olympique Marsiglia si sono affrontati ieri a Parigi al Parco dei Principi, solo parzialmente aperto al pubblico. Era una partita della terza giornata di campionato, una “classica” della Ligue 1, solitamente molto attesa e combattuta. Ne scrivono oggi molti giornali sportivi in relazione alla grande rissa che si è sviluppata nei minuti finali.

PSG-Marsiglia era già sull’1-0 per il Marsiglia dalla mezz’ora del primo tempo, dopo il gol segnato da Florian Thauvin. Uno scontro verbale costante tra Neymar e Alvaro, difensore del Marsiglia ex Villarreal, ha innervosito la partita più di quanto già lo fosse per ragioni agonistiche. Alvaro si era attirato il disprezzo di altri giocatori del PSG per alcuni insulti razzisti rivolti allo stesso Neymar. Per questo motivo, a un certo punto, Angel Di Maria ha peraltro sputato in direzione dello stesso Alvaro.

La situazione è precipitata al quinto minuto di recupero, quando un fallo di reazione di Leandro Paredes del PSG su Dario Benedetto dell’OM ha indotto l’arbitro a fermare il gioco. A gioco fermo, distanti dall’area del fallo su Benedetto, Layvin Kurzawa del PSG e Jordan Amavi hanno cominciato a darsele, scatenando una vera e propria rissa in campo.

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PSG-Marsiglia, la rissa e le espulsioni – VIDEO

Al termine della rissa l’arbitro della partita, Jerome Brisard, ha espulso prima di tutto Kurzawa e Amavi, con un rosso diretto, per le botte a gioco fermo. Per il fallo precedente ha poi ammonito sia Paredes che Benedetto, già ammoniti in precedenza e quindi espulsi. Richiamato al VAR Brisard ha infine espulso Neymar per uno schiaffo ad Alvaro durante la rissa.

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Uscendo dal campo e rivolgendosi alle telecamere Neymar ha fatto un esplicito riferimento agli insulti razzisti. Su Twitter ha poi affermato di avere “soltanto il rimpianto di non aver dato una testata a quello stronzo”. “Vedere la mia aggressività al VAR è facile”, ha detto. “Però ora voglio vedere l’immagine del razzista che mi chiama ‘scimmia, figlio di p******a’”.

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