Serie A, controlli accurati ai calciatori prima di ripartire

Il campionato di calcio di Serie A potrebbe ripartire il 20 maggio, o, in alternativa, all’inizio di giugno, per poi terminare entro luglio, come dichiarato nei giorni scorsi dal presidente della FIGC, Gabriele Gravina.

Prima di riprendere l’attività agonistica, però, sarà fondamentale agire con grande cautela, fare i tamponi a tutti i calciatori ed essere assolutamente certi che i rischi per la salute siano ormai scomparsi. Queste importanti raccomandazioni arrivano dal professor Enrico Castellacci, presidente dell’associazione medici italiani di calcio. Castellacci ha inviato una lettera ai medici dei club di Serie A, nella quale si legge che si potrà tornare a giocare «solo se sussistano le condizioni igienico-sanitarie di sicurezza ambientali, per evitare la diffusione dei contagi e i contagi di ritorno». Sempre rivolto ai propri colleghi, Castellacci scrive ancora: «L’attuazione e la sorveglianza di tali misure è in capo a voi stessi. Avendo anche la funzione di medico del lavoro, vi sono le derivanti implicazioni legali».

Serie A, si ripartirà tra tamponi, controlli e allenamenti in gruppi ridotti

Controlli particolarmente accurati dovranno ovviamente essere previsti per i calciatori che hanno contratto il coronavirus, in modo da poter riscontrare eventuale conseguenze a lungo termine per la loro salute. Il primo atleta risultato positivo è stato Daniele Rugani, lo scorso 11 marzo. Subito dopo, l’elenco è diventato decisamente più lungo. Si sono aggiunti Blaise Matuidi, Paulo Dybala, Dusan Vlahovic, Patrick Cutrone, German Pezzella, Manolo Gabbiadini, Albin Ekdal, Antonio La Gumina, Morten Thorsby, Fabio Depaoli, Bartosz Bereszynski, Mattia Zaccagni, Marco Sportiello e Daniel Maldini, figlio di Paolo, peraltro anch’egli colpito dal virus.

Inoltre, prima di tornare a disputare una partita ufficiale, i calciatori dovranno avere l’opportunità di effettuare un’accurata preparazione atletica. Per quanto riguarda gli allenamenti collettivi, ricordiamo che questa eventualità è categoricamente esclusa almeno fino al 13 aprile. Dopo quella data, si cercherà di capire se l’emergenza sanitaria sarà almeno parzialmente rientrata o meno. Qualora ci fossero le condizioni per farlo, le società vorrebbero far inizialmente allenare i calciatori quantomeno in gruppi ridotti, come il Borussia Dortmund sta già facendo in questo periodo.

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