Joshua ha battuto Ruiz ai punti ed è di nuovo campione

Anthony Joshua ha vinto l’attesissimo match contro Andy Ruiz a Riyadh, in Arabia Saudita. Lo ha battuto ai punti per decisione unanime nella rivincita dell’incontro di sei mesi fa, clamorosamente vinto da Ruiz. Il pugile britannico è quindi ridiventato campione del mondo dei pesi massimi, riprendendosi tutti i titoli ceduti a giugno scorso. Detiene ora, come allora, le cinture WBA, IBF, WBO e IBO, ossia quelle di quattro delle principali organizzazioni mondiali di pugilato.

Il match è stato meno spettacolare rispetto al primo ma ha decretato largamente la vittoria di Joshua, apparso più preparato atleticamente e tecnicamente. Lo statunitense Ruiz, tenuto a distanza dai jab dell’avversario, non è mai stato in grado di boxare corpo a corpo e di replicare la tattica usata nel primo incontro.

È finita con un verdetto ampiamente favorevole a Joshua, che ha vinto 118 a 110 per due giudici e 119 a 109 per il terzo. Nella storia dei pesi massimi di pugilato soltanto tre pugili, Floyd Patterson, Muhammad Ali e Lennox Lewis, erano riusciti a riconquistare il titolo in un’immediata rivincita.

Come è andata

Joshua si è presentato all’incontro in forma apparentemente migliore, più leggero di circa cinque chili rispetto a sei mesi fa. Da subito ha impostato il match su ritmi insostenibili per Ruiz, quasi sempre piantato al centro del ring e incapace di raggiungere l’avversario con il jab.

Alla fine del primo round un diretto molto preciso di Joshua ha aperto una piccola ferita sul sopracciglio sinistro di Ruiz. Anche nei round successivi Joshua ha fatto stabilmente ricorso al jab sinistro, girando continuamente intorno all’avversario. Ruiz ha anche incassato alcuni colpi molto potenti, ma senza mai barcollare o perdere lucidità.

A differenza di quanto successo nel primo incontro Joshua non ha mai cercato il KO e non si è mai esposto ai contrattacchi di Ruiz. Ha colpito l’avversario con grande costanza e con rapidità, sempre mobile sulle gambe e senza boxare mai nella guardia di Ruiz. L’unico momento in cui ha rischiato qualcosa è stato nell’ottavo round, quando è stato parzialmente raggiunto da un sinistro e un destro di Ruiz.

Dal nono round in avanti Joshua, già ampiamente in vantaggio ai punti, si è preso ancora meno rischi limitandosi a colpire con il jab. Ruiz, che avrebbe a quel punto dovuto sperare in un KO, non è stato in grado di cambiare tattica né di avvicinarsi a Joshua per cercare il corpo a corpo.

E ora?

Durante le interviste a fine incontro Ruiz ha esplicitamente proposto un terzo match, cercando approvazione dal pubblico, quasi interamente dalla parte di Joshua per tutto il tempo. Non è chiaro se questa possibilità gli sarà concessa. Al netto del clamoroso esito del primo incontro, il secondo match tra Ruiz e Joshua ha evidenziato una chiara differenza tecnica e atletica tra i due pugili.

Un match molto più avvincente ed equilibrato sarebbe a questo punto quello tra Joshua e Deontay Wilder, pugile statunitense detentore dell’unica cintura (WBC) che manca al campione britannico. Benché stilisticamente poco ortodosso, Wilder è già ritenuto uno dei migliori “picchiatori” di sempre.

Un altro match da seguire sarebbe eventualmente quello contro l’inglese Tyson Fury, imbattuto campione “lineal” – batté il campione in carica Wladimir Klitschko – tornato al centro delle attenzioni dei media e degli addetti dopo un apprezzato pareggio contro Wilder, nel 2018.

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