Che effetto fa uno strangolamento nelle arti marziali

La settimana scorsa a Colonia, in Germania, si è tenuta una delle più grandi e frequentate fiere d’Europa dedicate al fitness e al bodybuilding (FIBO). Tra gli ospiti di questa edizione c’era il lottatore statunitense Jon Jones, campione dei mediomassimi UFC. Tra i più vincenti e famosi nella storia recente delle arti marziali miste (MMA), Jon Jones in passato ha anche fatto parlare di sé per una lunga squalifica per doping.

Sabato scorso in fiera Jones ha accolto la richiesta di un ragazzo di provare temporaneamente l’effetto di uno strangolamento da dietro, eseguito in posizione di sottomissione. Si tratta di una presa abbastanza comune in varie discipline e diversi stili di combattimento, nota anche con l’espressione portoghese mata leao (rear naked choke, in inglese). Nel corso della dimostrazione il ragazzo ha perso i sensi e Jones ha interrotto subito la presa.

Sebbene il ragazzo abbia quasi subito ripreso conoscenza, sia lui che Jones hanno mostrato molta superficialità nella valutazione dei rischi di questa dimostrazione. Tramite la costrizione dei vasi sanguigni e la riduzione di afflusso di sangue al cervello, tanto più in contesti non agonistici e su persone non addestrate, la tecnica dello strangolamento può provocare danni permanenti.

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