Champions League: Real Madrid-Atletico Madrid (martedì)

Il Real Madrid e l’Atletico Madrid giocano al “Bernabeu” la partita di andata della semifinale di Champions League: le formazioni ufficiali, da poco rese note, confermano quelle probabili. È la quarta volta, in quattro edizioni consecutive, che Real e Atletico si ritrovano avversarie in questa competizione: ha vinto sempre il Real, finora, e due volte erano finali (l’ultima l’anno scorso, vinta ai rigori).

Le formazioni ufficiali

REAL MADRID: Navas; Carvajal, Varane, Ramos, Marcelo; Casemiro, Kroos, Modric; Isco, Ronaldo, Benzema.
ATLETICO MADRID: Oblak; Lucas Hernandez, Godin, Savic, Filipe Luis; Gabi, Koke, Saul Niguez, Carrasco; Gameiro, Griezmann.

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La semifinale di Champions League che il Real Madrid e l’Atletico Madrid giocheranno contro martedì 2 maggio al “Bernabeu” e mercoledì 10 maggio al “Vicente Calderón” è uno di quegli eventi sportivi riguardo ai quali, per una volta, vale molto la pena citare prima di tutto i cosiddetti “precedenti”. La lunga serie di finali e di altre partite delle fasi eliminatorie giocate contro da queste due squadre spagnole in Champions League in anni recenti ha arricchito di tratti quasi epici la lunga storia di questa rivalità sportiva, una delle più famose e antiche nel calcio europeo. Prima informazione rilevante: in Europa, quando hanno giocato contro, alla fine ha sempre vinto il Real.

Ricapitolando: quante ne hanno giocate contro ultimamente

Al Real e all’Atletico, di giocare contro in Champions League, è capitato tre volte negli ultimi tre anni: due volte in finale e una volta ai quarti. La finale della scorsa edizione della Champions League, che le due squadre disputarono a Milano un anno fa, finì 1-1 alla fine dei tempi regolamentari, con un gol di Sergio Ramos nel primo tempo e il gol del pareggio dell’Atletico nel secondo, segnato a poco più di dieci minuti dalla fine da Yannick Carrasco. Sembrava una specie di contrappasso universale, e l’Atletico sembrava in grado di poter girare la finale a proprio favore. Ma dopo due tempi supplementari senza gol, la partita terminò ai rigori con la vittoria del Real Madrid, che vinse questa competizione per l’undicesima volta nella sua storia.

La finale è oggi ancora ricordata per l’errore decisivo ai rigori da parte del terzino destro dell’Atletico Madrid, Juanfran, e per le sue lacrime e le scuse rivolte verso il settore dei tifosi dell’Atletico alla fine della partita. Pochi giorni dopo, tramite i suoi profili social, Juanfran promise ai tifosi che l’Atletico sarebbe tornato in finale e l’avrebbe vinta, questa benedetta Champions League che non ha mai vinto, pur essendo arrivato in finale in tre occasioni (1974, 2014 e 2016: è quella con più finali disputate tra le squadre mai vincenti).

Nella stagione precedente, nell’edizione 2014-2015, il Real e l’Atletico si erano ritrovati avversari ai quarti di finale: dopo un pareggio per 0-0 al “Vicente Calderón” all’andata, il Real Madrid riuscì a vincere 1-0 al “Bernabeu” grazie a un gol del Chicharito Hernández, allora in prestito dal Manchester United, a pochissimi minuti dalla fine della partita di ritorno. Nella stagione 2013-2014, nel modo forse più “amaro” di tutte e tre le volte, l’Atletico perse la finale di Champions League a Lisbona dopo esser stato in vantaggio per quasi tutta la partita grazie a un gol di Diego Godin. Il Real Madrid era allenato da Carlo Ancelotti. Sergio Ramos segnò il gol del pareggio al 93° minuto, e poi il Real – con l’Atletico in dieci a causa dell’espulsione di Arda Turan – ne segnò altri tre nei tempi supplementari, e vinse la Champions per la decima volta, a distanza di dodici anni dalla volta precedente (2002).

Cosa è cambiato dall’ultima volta

Dal punto di vista delle formazioni titolari, rispetto a un anno fa, nell’Atletico e nel Real non è cambiato assolutamente niente. Eventuali differenze tra allora e stavolta saranno determinate più che altro da assenze dovute a fattori contingenti (infortuni e squalifiche), ma né l’una né l’altra squadra presentano sostanziali differenze tra l’attuale formazione titolare e quella che scese in campo a “San Siro”. Il Real Madrid giocò con: Navas; Carvajal, Pepe, Ramos, Marcelo; Casemiro, Kroos, Modric; Bale, Ronaldo, Benzema. L’Atletico giocò con: Oblak; Juanfran, Godin, Savic, Filipe Luis; Saul Niguez, Gabi, Augusto Fernandez (sostituito con Carrasco dal 46°), Koke; Griezmann, Torres.

Nel calciomercato estivo scorso, tra gli acquisti fatti dall’Atletico Madrid, i più rilevanti sono stati quelli del venticinquenne difensore croato Sime Vrsaljko, proveniente dal Sassuolo, quello del ventinovenne esterno argentino Nicolas Gaitan, proveniente dal Benfica, e quello del ventinovenne attaccante francese Kevin Gameiro, proveniente dal Siviglia vincitore della Europa League. Tutti e tre hanno trovato spazio in diverse fasi della stagione in corso, ma soltanto Gameiro può essere considerato uno tra gli attuali titolari stabili, in coppia in attacco con il connazionale Antoine Griezmann. Come terzino destro Vrsaljko era riuscito, soprattutto nel girone di ritorno del campionato, a prendere il posto di Juanfran prima che una parziale lesione del legamento crociato del ginocchio sinistro lo rendesse indisponibile da marzo scorso.

La più rilevante delle differenze nel Real Madrid non riguarda la formazione titolare, ma la “panchina”: la qualità generale dei giocatori di riserva, già piuttosto alta, è ulteriormente migliorata grazie al ri-acquisto del ventiquattrenne attaccante spagnolo Alvaro Morata, dopo due eccellenti stagioni alla Juventus, e all’acquisto del ventunenne trequartista Marco Asensio, cresciuto nelle giovanili del Maiorca. Questi due giocatori – insieme a Isco – sono stati in questa stagione uno dei fondamentali valori aggiunti per il Real Madrid, che mai come stavolta si trova in competizione per vincere il campionato grazie a meriti non esclusivamente attribuibili al trio d’attacco titolare composto da Ronaldo, Bale e Benzema, assenti nella prima parte della stagione (e Bale anche dopo).

Come sono arrivate in semifinale

Il Real Madrid ha ottenuto la qualificazione alle semifinali di Champions League battendo una delle squadre più accreditate alla vittoria finale del torneo: il Bayern Monaco, allenato da Carlo Ancelotti. Dopo la partita di andata, vinta 2-1 in Germania dal Real Madrid con due gol di Ronaldo, quella di ritorno, vinta 4-2 dal Real ai supplementari, ha generato diffuse critiche e contestazioni da parte del Bayern Monaco e del suo allenatore Ancelotti – ma anche da parte osservatori ed esperti – a causa di alcune decisioni arbitrali molto influenti e radicalmente sbagliate da parte dell’ungherese Viktor Kassai.

All’82°, con il Bayern in vantaggio per 2-1, Vidal è stato ammonito per la seconda volta ed espulso a causa di un contrasto in scivolata verso Asensio, giudicato non falloso (o quantomeno non da ammonizione) da molti — ma non da Kassai. Molte proteste c’erano state in precedenza anche per il fallo da rigore commesso da Casemiro, che secondo i giocatori del Bayern avrebbe meritato la seconda ammonizione. Nei tempi supplementari si sono verificati i due errori più gravi: il secondo e forse anche il terzo gol del Real Madrid sono stati segnati da Ronaldo in posizione di fuorigioco (nettissimo il primo, soprattutto).

Ad ogni modo, al netto di queste decisioni evidentemente favorevoli, contro il Bayern Monaco – da molti ritenuta una delle squadre più forti al mondo – in nessun frangente il Real Madrid ha dato l’impressione di subire passivamente il gioco degli avversari. Se l’è giocata sempre, sia in casa che in trasferta, e ha avuto diverse occasioni da gol in entrambe le partite. In precedenza, aveva mostrato una certa vulnerabilità soltanto nel primo tempo della partita di ritorno degli ottavi, in trasferta contro il Napoli, prima di segnare tre gol nel secondo tempo.

L’Atletico Madrid – che nella scorsa edizione della Champions League trovò il Barcellona ai quarti e il Bayern Monaco in semifinale – stavolta ci è arrivato un po’ più facilmente, a questa quarta sfida contro il Real. Senza particolari difficoltà, ha eliminato il Bayer Leverkusen agli ottavi (4-2 in Germania per l’Atletico e 0-0 a Madrid al ritorno) e il Leicester ai quarti (1-0 a Madrid per l’Atletico e 1-1 in Inghilterra al ritorno).

Come stanno

L’Atletico Madrid – che in campionato sta difendendo il terzo posto da eventuali attacchi del Siviglia – ha problemi di formazione sulla fascia destra. Nella trasferta giocata a Gran Canaria sabato scorso contro il Las Palmas (battuto 5-0 senza storia) ha dovuto fare a meno sia di Juanfran, indisponibile fino a metà maggio per un infortunio muscolare alla gamba destra, sia di Vrsaljko, che in questi giorni ha parzialmente ripreso ad allenarsi con il resto della squadra. Nelle ultime ore il suo recupero per la partita di andata contro il Real è stato escluso, ed è un’informazione piuttosto rilevante dal momento che l’uruguaiano José María Giménez – l’unico che può anche giocare da terzino destro, in mancanza di Vrsaljko e Juanfran – si è fatto male proprio nella partita contro il Las Palmas: una lesione ai muscoli adduttori della gamba destra.

Sarà quindi probabilmente inevitabile schierare un centrale fuori ruolo, Savic o Lucas Hernández. Il centrocampista esterno argentino Gaitan – il quale tra l’altro viene da un lungo infortunio pure lui – non ha alcuna esperienza da terzino, e il suo impiego sarebbe una scelta sorprendente ed estremamente rischiosa da parte di un allenatore molto prudente come Simeone. Sarà in ogni caso un’emergenza tatticamente priva di precedenti: in una sola altra occasione in questa stagione Godin, Savic e Lucas Hernández hanno giocato tutti e tre da titolari nella linea difensiva a quattro dell’Atletico, ma in quel caso – una partita di campionato in casa contro il Las Palmas, battuto 1-0 a dicembre – Lucas Hernández giocò a sinistra, non benissimo, in sostituzione di Filipe Luis (e a destra giocava regolarmente Vrsaljko).

Quanto al Real Madrid, in campionato si sta giocando il titolo con il Barcellona: sono a pari punti (88) ma con il Barcellona in vantaggio negli scontri diretti. Il Real però ha una partita in più da giocare: un recupero a Vigo contro il Celta, il 17 maggio prossimo. Un pareggio in quella trasferta, a patto di vincere le altre tre partite che restano (Granada e Malaga in trasferta, Siviglia in casa), basterebbe per concludere il campionato sicuramente sopra il Barcellona, a prescindere dai risultati della squadra di Luis Enrique. Sabato scorso, in casa contro il Valencia, il Real ha aspettato un po’ troppo a chiudere la partita, e per poco non rischiava di pareggiarla: un gol su punizione di Dani Parejo, a otto minuti dalla fine della partita, aveva ripristinato la parità dopo il gol di Ronaldo alla mezz’ora del primo tempo. L’ha risolta Marcelo, autore di un’altra stagione eccellente e forse uno dei terzini più sottovalutati al mondo: ha segnato all’86° dopo un’azione individuale al limite dell’area di rigore.

Le uniche assenze previste nel Real Madrid sono assenze a cui l’allenatore Zidane ha dovuto porre rimedio già molte volte, in questa stagione. Il difensore Pepe si è fratturato due costole un mese fa, proprio durante la partita di campionato pareggiata 1-1 contro l’Atletico. Gareth Bale manca da una decina di giorni, e più esattamente dalla partita di campionato contro il Barcellona, che ha dovuto abbandonare dopo una mezz’ora a causa dell’ennesima lesione muscolare, stavolta al polpaccio sinistro (e già quest’anno aveva saltato molte partite per un infortunio alla caviglia destra). Al suo posto nel trio d’attacco potrebbe giocare uno tra Isco, Lucas Vazquez e Asensio.

Che tipo di partita aspettarsi

In questa stagione, finora, il Real e l’Atletico hanno giocato contro soltanto in campionato: nel girone di andata, al “Vicente Calderon”, il Real vinse 3-0 con tre gol di Cristiano Ronaldo; nel girone di ritorno, al “Bernabeu”, è finita 1-1 meno di un mese fa, con un gol di Pepe all’inizio del secondo tempo e quello del pareggio di Griezmann a pochi minuti dalla fine della partita. Molte cose lasciano ipotizzare che questa semifinale di andata possa somigliare più alla partita del “Bernabeu” di un mese fa che non a quella piuttosto atipica del “Calderon” a novembre, nel peggior momento stagionale dell’Atletico. L’impressione prevalente tra osservatori ed esperti è che, comunque vada al “Bernabeu”, la qualificazione alla finale si deciderà molto probabilmente al “Vicente Calderon” tra una settimana.

Pur avendo nella difesa, come noto, il suo principale punto di forza, l’Atletico Madrid si troverà a giocare questa partita con una linea difensiva atipica. Maggiori pericoli potrebbero arrivare proprio dalla fascia “scoperta”, quella destra, e questo forse avverrebbe a prescindere dalle assenze di Juanfran e Vrsaljko: Marcelo è in forma eccezionale, e le sue azioni individuali sulla fascia terminano molto raramente con una palla persa e quasi sempre con un cross per Benzema e Ronaldo, o con un accentramento in area e un tiro di destro.

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Le probabili formazioni:
REAL MADRID: Navas; Carvajal, Varane, Ramos, Marcelo; Casemiro, Kroos, Modric; Ronaldo, Isco, Benzema.
ATLETICO MADRID: Oblak; Savic, Godin, Lucas Hernandez, Filipe Luis; Gabi, Koke, Saul Niguez, Carrasco; Gameiro, Griezmann.

PROBABILE RISULTATO: 2-1
TESTA A TESTA CALCI D’ANGOLO: REAL MADRID (1.40, Bet365)
MULTIGOL 2-4 (1.57, SNAI)
TESTA A TESTA AMMONIZIONI: ATLETICO MADRID (1.61, Bet365)
CALCIO D’ANGOLO NEI PRIMI 10 MINUTI (1.61, Bet365)
1X + UNDER 3,5 (1.65, Eurobet e SNAI)
MARGINE VITTORIA: 1 (2.40, Eurobet)

 

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