È addio, il calcio italiano saluta un simbolo delle ultime stagioni

Addio al calcio italiano. Un simbolo delle ultime stagione, nel bene e nel male, che abbandona definitivamente. Le sue lacrime nella notte di Champions hanno fatto il giro del Mondo

Il Italia, dopo questa stagione, non lo vedremo più. E le sue lacrime, alla fine di Psg-Borussia Dortmund hanno fatto il giro del Mondo. Daniele Orsato sapeva che quella sarebbe stata la sua ultima partita in Champions League e non è riuscito a trattenere l’emozione.

È addio, il calcio italiano saluta un simbolo delle ultime stagioni
Orsato (Lapresse)

Non è finita del tutto, ovviamente: il fischietto italiano sarà infatti protagonista al prossimo Europeo. E dopo l’ultima esperienza di una carriera importante, appenderà non solo le scarpette ma anche il fischietto al chiodo. E’ stato lui stesso, in una intervista concessa a Sky Sport nel corso del MediaDay degli arbitri in vista, appunto, dell’appuntamento in Germania. Parole sentite quelle di Orsato, che ha anche dato un annuncio sul suo futuro.

Orsato dice addio: c’è l’annuncio UFFICIALE

“Si chiude un’esperienza bellissima e ne sono orgoglioso, sia per me che per la mia famiglia. Dopo l’ultima partita credo che spaccherò il fischietto con la solita grinta che mi ha contraddistinto sempre. Ce la metterò tutta, sono davvero orgoglioso di quello che ho fatto e darò il massimo fino alla fine. Finale? Ovvio che tutti speriamo che vinca l’Italia. Io sarei orgoglioso e felice se l’ultimo fischio fosse il mio, ma se vince l’Italia va bene lo stesso”.

È addio, il calcio italiano saluta un simbolo delle ultime stagioni
Orsato (Lapresse)

E poi i ringraziamenti: “Tutti i tecnici che in questi anni hanno accompagnato la mia crescita, da Claudio Pieri a Maurizio Mattei fino a Stefano Farina oltre a Collina, Rosetti, Braschi, Rizzoli e Rocchi. Tutti sono stati degli esempi che ho ammirato e da cui ho cercato di imparare. L’esperienza più formativa per me è stata quella da addizionale agli Europei del 2016 con Rizzoli, lì ho capito le cose e i dettagli che servono per stare in campo nelle partite importanti e venire accettati. Fu un’esperienza incredibile”.  “No, c’è solo la mia famiglia, mia moglie e i miei figli. Non vedo nient’altro oltre loro”, chiudendo in questo modo alla possibilità di diventare designatore. 

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