Alcaraz vince il Roland Garros: la cabala parla chiaro

Alcaraz, la partita di ieri a Parigi potrebbe aver deciso come questo Slam debba concludersi: ecco perché è stata così decisiva.

La tenacia di Albert Ramos Viñolas meriterebbe un encomio. Malgrado il sorteggio gli abbia fatto lo sgambetto, disponendo per lui un secondo turno contro il praticamente inarrivabile Carlos Alcaraz, il terraiolo di Barcellona è riuscito a tenergli testa per oltre quattro ore e mezza di gioco.

Alcaraz
©️LaPresse

Aveva il match in pugno, ma il baby fenomeno di Murcia è così: quando sembra ormai spacciato, riesce a rinascere dalle sue stesse ceneri e a dare spettacolo. Che è esattamente quello che ha fatto ieri, rimontando una partita che pareva ormai finita e che, invece, era aperta più che mai.

Tanto che Carlitos, alla fine, l’ha vinta. Sì, l’ha vinta malgrado sia stato letteralmente ad un punto dalla sconfitta. Una sconfitta che certamente avrebbe minato, e non poco, la sicurezza che gli ultimi eventi hanno instillato in lui. E questo, per ragioni che capirete a breve, potrebbe aver cambiato per sempre le sorti del suo primo Slam da top ten.

Alcaraz e quel déjà-vu: non sarebbe la prima volta

Alcaraz
Alexander Zverev ©️LaPresse

La cabala ci insegna che molti giocatori che hanno vinto il Roland Garros erano stati a un passo dal baratro. Si pensi a Lacoste nel 1927, a Von Cramm 7 anni dopo, ma anche a Laver nel 1962, a Panatta nel ’76, a Kurten nel 2001 e, dulcis in fundo, a Gaudio nel 2004.

Questi tennisti, benché appartenenti ad epoche diverse, hanno qualcosa in comune. Tutti hanno alzato la coppa dello Slam solo dopo aver seriamente rischiato la sconfitta. Ognuno di loro ha vinto annullando uno o più match point, ribaltando le sorti, quindi, come ha fatto Alcaraz ieri, di partite che sembravano destinate ad avere un finale assai diverso.

Il fatto che anche il pupillo di Juan Carlos Ferrero sia riuscito in questa impresa sembra suggerire, perciò, che abbia buone possibilità di trionfare nello Slam parigino. Ma non è il solo ad averlo fatto, ieri: anche Sascha Zverev, numero 3 del mondo, è “risorto” nel momento più buio della gara contro Sebastián Báez.

Impostazioni privacy