Berrettini e Sinner sotto assedio: niente lo ferma più

Berrettini e Sinner, oltre al danno la beffa. Il “nemico” è inarrestabile e i due tennisti ora rischiano davvero grosso.

Il repertorio di aggettivi adatti a qualificarlo si è ormai esaurito. Li abbiamo già usati tutti. La verità è che Carlos Alcaraz è semplicemente un fenomeno e che non ci sono più parole che possano rendere il giusto merito a questo ragazzo, che ha solamente diciott’anni ma che ha già percorso parecchi chilometri.

Berrettini
©LaPresse

Un viaggio che è appena iniziato, il suo, e che lo ha già condotto ad un passo dalla possibile prima vittoria in un Masters 1000, quello di Miami. In semifinale dovrà vedersela col tennista che lo scorso anno ha alzato la coppa, ossia Hubert Hurkacz, ma non sarà certo questo a spaventarlo.

L’erede di Rafael Nadal ha già dimostrato di non avere paura di nessuno e di poter battere, tendenzialmente, chiunque si presenti al suo cospetto. Lo dimostra ogni volta che può e lo ha confermato anche ieri, conquistando un match assolutamente pazzesco contro la rivelazione di questo doppio appuntamento americano: il serbo Miomir Kecmanovic.

Berrettini e Sinner, occhio ad Alcaraz

Berrettini
Carlos Alcaraz ©LaPresse

Lo sapevamo già da tempo, che Alcaraz poteva essere il nemico numero uno di Matteo Berrettini e Jannik Sinner. E ora che loro due sono fermi ai box, uno perché operato alla mano destra, l’altro per via delle vesciche che lo hanno costretto a ritirarsi dal Miami Open, la situazione è diventata praticamente ingestibile.

Ora Carlitos ha l’altoatesino in pugno. Qualora lo spagnolo, al momento quindicesimo nel ranking Atp, dovesse trionfare in Florida, si porterebbe a quota 3411 punti. Supererebbe pertanto Sinner, che con 3054 è già fuori dalla top ten. Il sorpasso, quindi, sarebbe garantito. E anche lo stesso Berrettini, ci scommettiamo, tra non molto dovrà stare parecchio attento a lui.

Jannik scivolerebbe in dodicesima posizione e sarebbe una vera e propria beffa, considerando che è stato costretto a sventolare bandiera bianca per ragioni che esulavano dalla sua volontà. Come se non bastasse già di per sé il “danno” morale inferto da quelle odiatissime vesciche.

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