Mondiale femminile: le 5 migliori partite di sempre

Allo stadio Parc OL di Lione è in programma oggi la finale del Campionato mondiale di calcio femminile tra gli Stati Uniti e l’Olanda. Per gli Stati Uniti, già vincitori di tre titoli mondiali, sarà la quarta finale in otto edizioni. L’Olanda è alla sua seconda partecipazione, dopo l’edizione del 2015 conclusa agli ottavi contro il Giappone, poi finalista contro gli Stati Uniti.

Nella storia dei Mondiali di calcio femminile le partite belle e memorabili sono capitate più spesso nelle fasi precedenti che non in finale. La rivista statunitense di calcio FourFourTwo ne ha messo insieme cinque.

Svezia-Germania 3-2 (1995)

Era la seconda giornata della fase a gruppi della seconda edizione del Mondiale di calcio femminile, in Svezia. Partecipavano all’epoca soltanto dodici squadre, e tre squadre europee su cinque erano scandinave. La Svezia, nazionale del paese ospitante, concluse la fase a gruppi al secondo posto dietro la Germania e fu poi eliminata ai quarti dalla Cina. In quella partita della fase a gironi riuscì però a togliersi la soddisfazione di battere la Germania, a Helsingborg, alla fine di una memorabile rimonta. Alla fine del primo tempo era in svantaggio di due gol a zero e di fatto eliminata dal Mondiale (nella prima giornata aveva perso contro il Brasile). Nel secondo tempo due gol di Malin Andersson e uno dell’allora trentacinquenne Pia Sundhage, oggi allenatrice, permisero alla Svezia di vincere la partita.

Brasile-Nigeria 4-3 (1999)

Il Brasile e la Nigeria si affrontarono nei quarti di finale della terza edizione del Mondiale femminile, poi vinto dagli Stati Uniti, paese ospitante. Non fu un’edizione memorabile nelle fasi conclusive: sia la finale tra gli Stati Uniti e la Cina che la finale per il terzo posto tra il Brasile e la Norvegia furono decise ai calci di rigore al termine di partite pareggiate 0-0. In compenso nei quarti Brasile-Nigeria era stata una partita bellissima. Il Brasile segnò tre gol in poco più di mezz’ora, anche per colpa di una portiera avversaria non eccezionale (Ann Chiejine).

Nel secondo tempo la Nigeria, rivelazione del torneo, cambiò la titolare in porta e segnò tre gol, portando la partita ai supplementari. C’era la regola del Golden Gol, allora, e il Brasile ottenne la qualificazione alle semifinali grazie a un gol su punizione al 104° minuto, segnato dalla trequartista Sissi.

Nuova Zelanda-Messico 2-2 (2011)

Non c’era molto in palio tra Nuova Zelanda e Messico nella terza e ultima giornata della fase a gruppi del Mondiale femminile del 2011, in Germania. La Nuova Zelanda era già matematicamente esclusa dai quarti di finale, e il Messico per accedervi avrebbe dovuto vincere e sperare in una serie di improbabili combinazioni. Ne uscì comunque una partita molto divertente, che il Messico vinceva 2-0 dopo meno di mezz’ora.

La nazionale neozelandese aveva fino a quel momento perso tutte le precedenti otto partite disputate ai Mondiali femminili. Sembrava destinata alla nona sconfitta quando al novantesimo minuto la difensora di origini statunitensi Rebecca Smith, che aveva scelto di giocare per la Nuova Zelanda, segnò il gol del 2-1. Al terzo minuto di recupero la diciannovenne Hannah Wilkinson segnò il gol del pareggio, celebrato come un momento epico. Finì con le neozelandesi davanti ai tifosi a fare l’Haka, per la prima volta a un Mondiale di calcio femminile.

Stati Uniti-Brasile 5-3 (2011)

In quella stessa edizione dei Mondiali femminili, in Germania, la nazionale statunitense, che aveva concluso la fase a gruppi dietro la Svezia, si ritrovò nei quarti contro il Brasile. Nell’edizione di quattro anni prima, in Cina, aveva perso proprio contro il Brasile in semifinale, battuta nettamente per 4-0. La rivincita del 2011 ai quarti cominciò benissimo per gli Stati Uniti, con un autogol del Brasile dopo due minuti. Marta, forse la calciatrice più famosa nella storia del calcio femminile, pareggiò i conti al 68° minuto per poi portare in vantaggio il Brasile al secondo minuto dei tempi supplementari. Gli Stati Uniti sembravano avviati a perdere ancora una volta ma un gol di Abby Wambach al secondo minuto di recupero oltre i tempi supplementari portò la partita ai calci di rigore. Gli Stati Uniti non ne sbagliarono nemmeno uno. Per il Brasile lo sbagliò Daiane, peraltro autrice dell’autogol a inizio partita.

Germania-Francia 1-1 (2015)

Nel 2015 la nazionale tedesca, che perse la finale per il terzo posto contro l’Inghilterra, attraversò un passaggio molto rischioso già nei quarti di finale. Contro la Francia riuscì a raddrizzare una partita che stava perdendo fino a sei minuti dalla fine. Louisa Nécib, esperta centrocampista dell’Olympique Lione, aveva portato la Francia in vantaggio poco dopo l’ora di gioco. L’attaccante Celia Sasic, vincitrice di due Europei con la nazionale tedesca, segnò il gol del pareggio all’84° minuto, e poi calciò e segnò anche uno dei calci di rigore finali, il quinto per la Germania. Claire Lavogez, allora centrocampista del Montpellier, sbagliò invece il quinto decisivo calcio di rigore per la Francia.

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