Matteo Berrettini tra sogni sfiorati e tornei mai giocati: la verità sul tennista romano lascia l’amaro in bocca proprio a tutti.
Il tennis non è poi così diverso dalla vita vera. Il confine tra ciò che sarebbe potuto essere e ciò che poi è stato è sempre estremamente labile, così come, del resto, quello tra trionfo e rimpianto. Senza andare troppo lontano e scomodare campioni stranieri, la carriera del nostro Matteo Berrettini è un esempio eccellente di quanto sottile sia questa linea di demarcazione.
Più volte, negli anni, è parso essere ad un passo dal toccare il cielo con un dito. Eppure, per un motivo o per un altro, è sempre rimasto con l’amaro in bocca. Due episodi, in particolare, lo hanno segnato, pregiudicando al tennista romano, molto probabilmente, la possibilità di fare quel salto che invece non ha mai fatto.
Non ci riferiamo all’edizione 2021 di Wimbledon: quell’anno è riuscito ad arrivare fino in fondo e, sebbene non abbia vinto, ha dato tutto se stesso e non ha nulla da rimpiangere. Parliamo, bensì, dell’edizione successiva dello Slam britannico, ma anche delle Atp Finals che disputò lo stesso anno in cui duellò contro Novak Djokovic per accaparrarsi il titolo di re dell’All England Club. Si ritirò dal torneo dei Maestri per via di un infortunio agli addominali, proprio nel bel mezzo della partita d’esordio. E non scese in campo a Londra, nel 2022, perché risultato positivo al Covid poche ore prima che scoccasse l’ora del Major.
In entrambe le occasioni, dunque, il filo del destino si è spezzato nel momento sbagliato. Non è stata una questione di mancanza di talento o determinazione: Berrettini aveva, così come, d’altra parte, le ha tuttora, tutte le carte in regola per vincere tornei di questo calibro. Nulla ha potuto, nonostante questo, contro le variabili esterne che hanno influenzato, in maniera molto prepotente, il prosieguo della sua carriera.
Non è il solo, ad ogni modo, ad essere rimasto con l’amaro in bocca. Anche il suo ex mentore, Vincenzo Santopadre, pensa ancora a ciò che sarebbe potuto essere e poi non è stato. Lo ha detto chiaramente ad OA Sport, nell’ambito di una recente intervista. Dopo aver parlato della gioia più grande che ha assaporato come allenatore – l’essere stato capitano della Nazionale in Atp Cup e in United Cup – si è soffermato sulle note dolenti.
“Rimpianto? Probabilmente non aver fatto ancora di più con Matteo”. ” Un altro è che mi sarebbe piaciuto vedere giocare Matteo a Wimbledon l’anno che poi invece non ha giocato per il Covid – ha rivelato – Sarebbe stato bello poi vederlo competere nelle Finals di Torino quando si ritirò con Zverev. Credo che in entrambe le situazioni aveva tutte le carte in regola per ottenere dei grandissimi risultati e arrivare a vincere sia le Finals che Wimbledon“.
Questo contenuto è stato modificato 14 Agosto 2025 06:52
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