Matteo Berrettini rinasce, ma in questo quadro apparentemente felice c’è qualcosa che non torna: quante stranezze.
Diciamoci la verità: temiamo tutti, chi più chi meno, che da un momento all’altro arrivi una di quelle notizie capaci di sconvolgere tutti gli equilibri. Perché non siamo più abituati da tempo, ormai, ad un Matteo Berrettini così continuo e così presente nel circuito. Lungi da noi portargli sfortuna o “tirargliela”, ovviamente, ma dobbiamo ammettere che è parecchio strano vederlo giocare tanto spesso. Strano e al tempo stesso bello, bellissimo.
Tanto per noi tifosi quanto, quello è poco ma sicuro, per il diretto interessato. Il campione romano sta affrontando questa nuova stagione con il piglio giusto, con l’ottimismo di cui c’era disperato bisogno. Non è più frenato come lo era stato a cavallo tra il 2023 e il 2024 e questo ci fa ben sperare circa i risultati che potrebbe potenzialmente ottenere nel prosieguo dell’anno. Soprattutto perché lui, almeno a giudicare dalle dichiarazioni rilasciate in una recente intervista, sembrerebbe on fire come non lo era da tempo.
Non ci stupisce, in tutta onestà, che sia così. The hammer ha il “superpotere” di vedere il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto, per cui per lui il solo fatto di poter essere presente e costante è già di per sé un piccolo miracolo. Si era abituato, del resto, a “guardare senza toccare”, avendo trascorso la maggior parte del tempo, negli ultimi due anni, fermo ai box per gli infortuni più svariati.
A tratti sembra non crederci neanche lui, come si evince da una delle risposte che ha dato alle domande rivoltegli da Tennis italiano.
“Per me è un momento di transizione e costruzione – ha affermato Berrettini, riferendosi al periodo attuale – Dopo tanto tempo ho iniziato una stagione senza dover pensare al mio corpo, e paradossalmente mi fa strano. Posso finalmente pensare: ‘nei prossimi mesi devo giocare questi tornei’, piuttosto che: ‘speriamo di riuscire a giocare qualcosa’”.
“Sono sempre stato il più duro di tutti con me stesso, ma è un’arma a doppio taglio – ha poi aggiunto – Sono riuscito a spingermi oltre i miei limiti, ma nei momenti di difficoltà tendo a buttarmi giù più del necessario. Quello che ora chiedo a me stesso è un po’ di pazienza, perché sto lavorando molto bene già dall’anno scorso, so che belle cose capiteranno. Nel tennis tutti tendiamo ad avere poca pazienza. Ma il cantiere sta funzionando bene”. E speriamo dia presto i suoi frutti.
Questo contenuto è stato modificato 18 Febbraio 2025 15:37
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