Berrettini, così non va: sentenza dura ma giusta.
Prima abbiamo sperato che l’atmosfera degli Australian Open gli facesse vibrare cuore e muscoli come quando, nel 2022, disputava su quello stesso campo la semifinale dello Slam di Melbourne. Poi abbiamo confidato nel torneo di Rotterdam e nel fatto che il cemento europeo potesse essergli più amico di quello della terra dei canguri.
In nessuna di queste due occasioni, però, Matteo Berrettini è riuscito a brillare come forse ci aspettavamo. Agguerrito e determinato come lo avevamo visto a Malaga, in occasione delle Finals di Coppa Davis, eravamo certi che potesse spingersi molto più in là di quanto, invece, non abbia fatto. Al primo Major dell’anno si è fermato al secondo turno, mentre non è riuscito ad andare al di là del primo al successivo ABN Amro Open. Il che non significa che abbia giocato male o che non abbia lottato, intendiamoci.
Il problema sta nel fatto, piuttosto, che di giocare gioca bene, a tratti anche benissimo. Ma che poi, sul più bello, quando dovrebbe sfoderare i suoi colpi migliori e la mentalità da campione che tante volte l’ha aiutato in passato, sembra perdersi in un bicchiere d’acqua. Questo è quanto accaduto sia a Melbourne, contro Holger Rune, che a Rotterdam, contro Tallon Griekspoor. Aveva le partite in mano, ma nei momenti decisivi gli è mancato qualcosa che, un tempo, gli apparteneva: la cazzimma, per dirla con parole sue, come la chiamò lui stesso, in Laver Cup, nel mitico dialogo avuto con Novak Djokovic.
Potrebbe ritrovarla, forse, o forse no. Paolo Bertolucci, a tal proposito, non sembra, purtroppo, molto fiducioso.
“Matteo perde delle opportunità che sicuramente prima degli infortuni non si sarebbe mai lasciato sfuggire – ha detto nell’intervista che ha rilasciato a Mowmag – Indubbiamente questa è la dimostrazione di quanto sia difficile tornare ai livelli precedenti pur impegnandosi, pur mettendocela tutta e facendo dei cambiamenti anche all’interno del team. Perché poi senza vittorie mancano fiducia, sicurezza e quella sfrontatezza che al momento buono ti fa fare ace invece che doppio fallo”.
“Tornare è tornato. Ma essere nuovamente ai livelli di prima è sempre difficile in ogni caso, ora però il tempo sta passando e anche abbastanza velocemente. Per cui la risalita verso le posizioni più importanti mi sembra molto lenta, ma si spera sempre in un torneo o in un momento in cui possa raccogliere parecchi punti e avere uno slancio decisivo. In questo momento lui è un giocatore con grande confusione in testa, dubbi, non ha quella sfrontatezza giusta per affrontare certe situazioni”. Un verdetto amaro, sì, ma pur sempre ribaltabile. Almeno si spera.
Questo contenuto è stato modificato 8 Febbraio 2025 12:00
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