Sinner non convince: volano parole pesantissime.
Qualunque cosa faccia, qualunque cosa dica, c’è sempre chi è pronto a sputargli addosso dosi ingenti di veleno. A partire da quanti, nei giorni scorsi, lo hanno aspramente condannato per la sua decisione di non partecipare all’incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ignorando che, probabilmente, lo ha fatto per evitare di catalizzare l’attenzione su di sé, reduce dal bis in Australia, e per non togliere spazio agli altri suoi compagni di squadra.
Era prevedibile, poi, che la sua decisione di assumere un social media manager e di operare uno switch in termini di presenza online fosse destinata a finire nel mirino. Solo che non ci aspettavamo, sinceramente, tanta perfidia. E invece, il New York Times in “persona” ci ha messo il carico da novanta, pubblicando sulle proprie colonne un articolo molto tosto che non rende affatto giustizia al miglior tennista del momento, anzi.
La frecciatina è arrivata a qualche giorno di distanza dalla pubblicazione del primo video di Sinner sul canale YouTube che ha aperto, per conto suo, Alex Meliss, il content creator di bolzano che lo sta supportando in questa espansione sul world wide web. Mossa dietro la quale, secondo il quotidiano a stelle e strisce, si nasconderebbe un obiettivo, per così dire, un po’ malizioso.
Dietro la decisione di Sinner di raccontare la sua vita al di là del tennis ci sarebbe, scrive il New York Times, il chiaro tentativo di distrarre il popolo dei social da una vicenda ben più seria.
“La promessa è quella di un accesso diretto, spesso però può sembrare più un’evasione organizzata da qualsiasi cosa non vogliano che la gente veda“, si insinua nell’articolo, come a voler dire che ci sia in atto, da parte di Jannik, un piano malefico. Piano il cui intento sarebbe quello di buttarla a tarallucci e vino per far sì che il pubblico dimentichi che pende, sul suo capo, un’accusa di doping. E che, molto presto, il Tas di Losanna dovrà pronunciarsi in merito alla vicenda e stabilire se sia il caso o meno di squalificare il numero 1 del mondo.
“Mentre il mondo dello sport attende l’uscita di My Way, il documentario di tennis di Netflix su Carlos Alcaraz – scrive ancora il NY Times – Sinner ha deciso di aggiungere il suo contributo al film sotto forma di un vlog che documenta la sua corsa al titolo a Melbourne. Il numero 1 al mondo si unisce a una crescente schiera di giocatori che scelgono di prendere il controllo della propria produzione mediatica il più possibile, capitalizzando la propria fama senza usare intermediari”.
Questo contenuto è stato modificato 7 Febbraio 2025 07:55
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