Sinner, niente da fare: è cambiato tutto da così a così.
Nessuno sembrerebbe essere in grado, ora come ora, di contenere i suoi attacchi e di frenare l’avanzata dell’ “esercito” capitanato da Jannik Sinner. Il numero 1 del mondo vince ovunque vada e le statistiche relative alle sue prestazioni, oltre che al bilancio delle vittorie e delle sconfitte, sono da strabuzzare letteralmente gli occhi.
Alla fine degli Australian Open, Sascha Zverev ha parlato di lui come del più forte in assoluto, ma non tutti, a quanto pare, la pensano come il secondo classificato dello Slam di Melbourne. C’è ancora chi, pur dinanzi a questi numeri da paura, non è totalmente convinto della superiorità dell’attuale numero 1 del mondo. Anche tra gli addetti ai lavori. Patrick Mouratoglou, per esempio, non è d’accordo sul fatto che Jannik sia una spanna sopra agli altri giocatori che popolano, oggi, il circuito maggiore.
L’allenatore francese ritiene, tanto per cominciare, che non ci siano differenze sostanziali tra il nativo di San Candido e il suo principale competitor, ovvero il tennista spagnolo Carlos Alcaraz. Crede, sostanzialmente, che si equivalgano e che uno non sia più forte dell’altro. Un giudizio controcorrente che l’ex coach di Serena Williams ha avuto cura, però, di giustificare nel migliore dei modi.
“Jannik Sinner non è al di sopra di tutti, non penso che sia al di sopra di Carlos Alcaraz”, ha detto innanzitutto, basandosi probabilmente sul fatto che l’iberico, adesso, sia in vantaggio sul fronte degli scontri diretti.
“Tutte le loro sfide – ha aggiunto, a supporto della sua tesi – sono state estremamente combattute e incerte, Carlos ne ha vinte alcune importanti contro di lui, quindi non direi che sia al di sopra. Penso invece che entrambi, Sinner e Carlos, siano al di sopra di tutti gli altri. Carlos sta facendo più errori non forzati di Sinner, sta giocando con molti più rischi. La qualità di Jannik è che gioca a un ritmo pazzesco senza sbagliare. Questa è la sua vera risorsa, un’incredibile potenza nella racchetta e anche la capacità di cambiare ritmo”.
“Il fatto che Alcaraz commetta più errori forse lo fa sembrare meno dominante, ma ha così tanto margine”. Teoria che il popolo dei social, manco a dirlo, non ha apprezzato, al punto da avere accusato Mouratoglou di “rosicare” e di “criticarlo” perché vorrebbe sedere, in realtà, sulla sua panchina. Ma è questa, si sa, la “fine” che spesso fanno le voci, per quanto autorevoli, fuori dal coro…
Questo contenuto è stato modificato 31 Gennaio 2025 08:41
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