Le parole di Matteo Berrettini hanno sorpreso tutti: il campione vola basso, le sue dichiarazioni parlano chiaro.
Negli occhi il fuoco di chi vuole riprendersi tutto quello a cui, per forza di cose, ha dovuto rinunciare. Nel cuore la speranza di poter finalmente tornare agli antichi fasti e di ricominciare la sua avventura sportiva esattamente dal punto in cui l’aveva lasciata. Nel mezzo, una parentesi che potrebbe essere, in tal senso, determinante.
Quanto Matteo Berrettini abbia sofferto, lo scorso anno, possiamo solo immaginarlo. Non è assolutamente possibile avere la reale contezza di come si sia sentito nel momento in cui, a causa dei numerosi infortuni che gli hanno dato il tormento negli ultimi due anni, si è visto costretto a rinunciare, tra le tante cose, anche alla maglia azzurra. Nel 2023, l’anno che è poi passato alla storia per motivi che tutti conoscono, non ha neppure potuto dare il suo contributo in Coppa Davis.
O meglio, un contributo a suo modo lo ha dato, ma dalla panchina, perché non poteva giocare. Ha supportato i suoi compagni di squadra, dato loro preziosi consigli, ma non ha potuto impugnare la racchetta e mettere direttamente la firma sull’impresa per cui Jannik Sinner e gli altri azzurri sono passati alla storia.
Poco importa, ad ogni modo, perché si può pur sempre fare il bis. E stavolta il numero 1 del mondo vuole che con loro ci sia anche Matteo, che con il suo dritto e i suoi ace “punisca” gli avversari che cercheranno d’intralciare il cammino dell’Italia.
Sono lontani, insomma, i momenti in cui Berrettini pensava di non farcela. In cui neanche immaginava che, un giorno, sarebbe sceso in campo per onorare la maglia azzurra e per regalare emozioni ai tifosi italiani. A tal proposito, nelle scorse ore, il tennista romano ha raccontato in conferenza stampa un aneddoto molto divertente, di quelli che fanno sognare e credere che nulla sia impossibile.
“Mi ricordo emozioni grandissime e mi ricordo un aneddoto di Bolelli (Simone, ndr). Giocavamo la serie A insieme quando io ero bambino e una volta, durante l’inno, mi guardò e mi disse: “Pensa quando giocheremo in Davis”. E io gli ho detto “Sì, vabbè, Bolè… Giocheremo in Davis…”. E invece poi è successo”. Perché a volte, anche quando sembra impossibile, i sogni si avverano.
Questo contenuto è stato modificato 13 Settembre 2024 11:52
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