Sinner, le cose non sono affatto andate come credevamo: ha vuotato il sacco e tutti sono rimasti sbalorditi.
Lui credeva di essere ormai spacciato. E anche noi, a dirla tutta, l’abbiamo pensato, fosse anche solo per una frazione di secondo. Un campione che sia degno di questo nome, però, non si dà mai per vinto, tanto è vero che è stata proprio la sua incredibile resilienza, ad un certo punto, a fare la differenza. A permettergli di riscrivere il finale di una partita che pareva ormai persa.
Come siano andate le cose a Melbourne, in occasione della recente finale degli Australian Open, ce lo ricordiamo tutti. Jannik Sinner era sotto di due set e sembrava non riuscire a tenere a testa al suo avversario Daniil Medvedev. Il russo, in effetti, ha condotto il gioco in maniera egregia, fino a che il suo rivale altoatesino, un po’ per orgoglio e un po’ perché aveva una voglia matta di vincere il suo primo Slam, non si è rialzato e non ha iniziato a combattere per davvero. Il resto è storia, nel vero senso della parola. Perché l’azzurro, con quella vittoria, una storia l’ha scritta. La sua, che si fa sempre più incredibile pagina dopo pagina.
Ma vi siete mai chiesti, in effetti, come il nativo di Mosca abbia reagito a quella sconfitta così inaspettata e alla clamorosa rimonta da parte del nuovo numero 3 del mondo? Avete mai formulato qualche ipotesi a proposito del suo umore nei giorni immediatamente successivi allo Slam?
Tutti noi, molto probabilmente, ipotizzavamo che il russo se ne stesse chiuso in una stanza a leccarsi le ferite e a rimuginare sui suoi errori. Ma ci sbagliavamo. Ci sbagliavamo di grosso. Nessun trauma ha fatto seguito a quella, seppur dolorosissima, sconfitta.
“Se ho superato a fatica la delusione di Melbourne? Se devo essere onesto, superare tutto è stato piuttosto facile – ha detto in una recente intervista – Come ho detto dopo il match, ho avuto l’impressione che sarebbe stato facile farlo perché ho giocato un grande torneo e una buona finale con Jannik”. Nella consapevolezza di aver dato il meglio di sé, giustamente, ha accettato di buon grado quello che è accaduto nella terra dei canguri.
Fu molto più traumatico, ha poi ammesso, digerire la sconfitta del 2022, sempre a Melbourne in finale, subita per mano di Rafael Nadal. “Anche mentalmente e dal punto di vista ambientale – ha spiegato – mi sentivo come se davvero fossi vicino a vincere. Non che poi lo fossi concretamente in campo, ma nella mia testa sì”. E chi l’avrebbe mai detto, in tutta onestà, che Meddy fosse così saggio?
Questo contenuto è stato modificato 1 Marzo 2024 12:49
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