Berrettini, finalmente uno spiraglio in una stagione nella durissima stagione del tennista romano: era ora che si rifacesse di tutto e tutti.
Vedere il bicchiere mezzo pieno è un’arte. Un’arte che non è alla portata di tutti. E chissà se Matteo Berrettini, ora che il sipario è definitivamente calato sulla Coppa Davis, riuscirà a vedere la metà che ha riempito e a non preoccuparsi troppo di quella che, invece, è rimasta vuota.
La trasferta a Malaga, questo è poco ma sicuro, è riuscita a ribaltare ogni equilibrio. Poco importa che il tennista romano non abbia avuto la possibilità, per cause di forza maggiore, di scendere in campo. Lui c’è stato, c’è stato comunque. E in tutti i modi in cui avrebbe potuto esserci. Non ha potuto sfoderare la sua micidiale combinazione di servizio e dritto, magari, ma ha fatto così tanto per la Nazionale azzurra che l’insalatiera in palio al José María Martín Carpena deve sentirla sua. Sì, deve sentirla sua tanto quanto la sentono propria Jannik Sinner, Matteo Arnaldi, Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego e Simone Bolelli.
Potrebbe essere la Coppa Davis della sua rinascita, se vogliamo, considerando che la gioia più grande è arrivata proprio nel momento in cui più aveva bisogno di certezze e di punti di riferimento. Lui lo è stato, un punto di riferimento. Lo è stato in maniera indissolubile e questo ha fatto sì che a Malaga l’ex numero 1 d’Italia si sia potuto prendere la sua attesissima rivincita.
Nei mesi è stato bersagliato e criticato a più non posso, Berrettini. Gli è stato detto che non ha più futuro come tennista e che farebbe meglio a dedicarsi alla carriera da modello, piuttosto che insistere nel circuito maggiore. Eppure, non tutti sembrano essere d’accordo con i tanti detrattori che popolano il web.
In tanti hanno sottolineato quanto più forte sarebbe stata la Nazionale azzurra, se solo Volandri avesse potuto avere a disposizione anche lui. Non mancherà occasione per scoprire se avessero ragione o meno, questo è poco ma sicuro. Berrettini deve solo sperare che il 2024 possa essere migliore del 2023 e godersi, nel frattempo, la felicità derivante dal fatto che i suoi compagni di squadra abbiano voluto spendere delle parole tanto belle per lui. Perché campioni lo si è sempre e non solo, guai a dimenticarlo, quando si gioca e si vince.
Questo contenuto è stato modificato 27 Novembre 2023 15:57
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