In trappola dopo il 6 al Superenalotto: non farlo mai

Superenalotto, ha imparato la lezione: meglio evitare.

Diciassette. Tanti sono gli anni trascorsi dal giorno in cui, del tutto all’improvviso, la sua vita è cambiata da così a così. Da quando riuscì, miracolosamente, a realizzare un sogno comune a milioni e milioni di italiani. Quello di centrare, cioè, la combinazione vincente del gioco più amato di tutti, il mitico Superenalotto. Impresa che sappiamo essere, peraltro, molto difficile.

Superenalotto
In trappola dopo il 6 al Superenalotto: non farlo mai – Ilveggente.it

Indovinando tutti e sei i numeri estratti nell’ambito del concorso sul quale aveva deciso di puntare si era assicurato un premio da capogiro: parliamo, udite udite, di 40 milioni e mezzo di euro. E fin qui sarebbe una storia bellissima, se non fosse che, qualche tempo dopo quella vincita, sono iniziati i guai. L’uomo, com’è giusto che sia, ha iniziato a spendere il denaro che gli era piovuto dal cielo nel modo in cui più gli piaceva. Si è tolto, per intenderci, parecchi sfizi, cosa che faremmo un po’ tutti, in circostanze del genere.

Il problema è sorto nel momento in cui ha incontrato, lungo il suo cammino, una persona che ha deciso di approfittarsi della sua ricchezza. Il vincitore del Superenalotto, che adesso ha 70 anni, ha deciso di investire una parte della sua fortuna in oggetti di valore e in opere d’arte. Si è rivolto, pertanto, ad un agente di vendita, interessato com’era ad abbellire la sua casa come meglio poteva.

Ingannato senza pietà: la sua fortuna finisce in fumo

In un lasso di tempo molto breve avrebbe sottoscritto, dunque, 14 contratti di vendita per degli oggetti il cui valore variava da un minimo di 13mila ad un massimo di 30mila euro.

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Ingannato senza pietà: la sua fortuna finisce in fumo – Ilveggente.it

L’uomo ha commesso, però, un errore madornale: quello di non pagare tutto sull’unghia, ma di autorizzare i pagamenti attraverso il proprio rid bancario, un sistema che prevede il prelievo automatico mensile, dal conto corrente del cliente, della somma da corrispondere. Peccato solo che, ad un certo punto, il 70enne milionario si sia reso conto che tutti i contratti, ad eccezione dei primi due, erano stati falsificati dall’agente di vendita. Nel 2019 lo denunciò per truffa, ma ha dovuto attendere più di un lustro perché la giustizia gli desse ragione.

Nei giorni scorsi, per il 61enne torinese che si è approfittato di lui e dei suoi soldi è scattata la condanna a un anno e sei mesi di reclusione. Dovrà risarcire il suo cliente, oltretutto, per un totale di 30mila euro, l’equivalente, cioè, delle provvigioni ingiustamente incassate mentre si prendeva gioco di lui. Una storia che ci insegna, a conti fatti, quanto sconsigliabile sia fidarsi troppo del prossimo in circostanze in cui si disponga, come in questo caso, di una cospicua somma di denaro sul proprio conto corrente.

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