Uva, la ricetta per il calcio: “Sostenibilità sportiva, economica, sociale e ambientale”

Michele Uva, direttore di Social & Environmental Sustainability della UEFA, crede che il calcio possa essere salvato solo passando attraverso il concetto di sostenibilità.

Per presentare il suo libro Soldi vs. Idee e parlare della ricetta per salvare il sistema calcio, Michele Uva è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it, in onda sul canale Twitch TVPLAY. Il dirigente sportivo italiano e direttore di Social & Environmental Sustainability della UEFA crede che ci sia urgente bisogno di invertire rotta.

Sostenibilità per salvare il calcio italiano - www.ilveggente.it
Calcio italiano ©️LaPresse

“In primis ci dev’essere la sostenibilità sportiva“, ha spiegato Uva. “Poi tocca alla economica, altrimenti il sistema non regge. Quindi ci dev’essere quella sociale, si parlava di razzismo ma non c’è solo quello, ci sono tante altre coniugazioni… Infine c’è la sostenibilità ambientale che sta emergendo in modo prepotente e che va integrato. Questi quattro pilastri vanno integrati fra di loro, devono parlare fra di loro e nel libro abbiamo parlato di undici temi tutti interconnessi”.

“Dobbiamo sviluppare delle idee“, ha continuato l’intervistato, “passare dalle parole ai fatti, se mettiamo parole e fatti insieme possiamo aumentare le risorse. Nella partita le idee possono portare maggiori risorse, però poi i denari che ottieni vanno spesi bene. I percorsi che stanno fuori dai novanta minuti che poi alla fine influiscono su ciò che accade in campo e sui giocatori”.

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La sostenibilità di cui parla il dottor Uva rimanda alla possibilità di investire le risorse finanziarie non solo su un progetto tecnico sportivo, ma anche sulle strutture, sul settore giovanile. “Le spese devono essere frutto di idee che non possono essere generalizzate per tutti i club: ogni società ha una base diversa di partenza. Ma ci sono dei presupposti che sono gli investimenti. Se in un sistema aumento i ricavi di 100 e 130 va negli stipendi dei calciatori e non c’è dietro un progetto tecnico, infrastrutturale, non sono più investimenti ma semplici costi, che bruciano in pochissimo il capitale”.

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Michele Uva ©️LaPresse

Gli investimenti necessitano di un tempo di incubazione per ottenere i risultati e probabilmente è quello il problema. Si vogliono risultati subito, mentre la programmazione porta a dover aspettare 3 o 4 anni, il che non è molto nella nostra filosofia, mi ci metto anche io”.

“Non possiamo pensare solo ormai ai novanta minuti in campo e all’evento che andiamo a vedere“, ha insistito Uva. “C’è un prima e un dopo la partita. Dpiegare questi momenti non vuol dire che ci siano obblighi di investimento per esempio nel femminile, penso serva in primis uno stadio buono, un settore giovanile buono. Penso per esempio all’Atalanta, che ha fatto un percorso diverso rispetto all’Udinese che a sua volta ha fatto un percorso diverso rispetto a un’altra società. Una squadra ha bisogno delle altre 19, sennò non esiste il campionato”.

 

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