AIA, sono dolori senza innovazione: “Il problema degli arbitri non è solo il VAR”

Non si arresta il terremoto nell’AIA che sta facendo tremare tutto il sistema calcio italiano. Dopo lo scandalo D’Onofrio e dimissioni di Trentalange ci si aspetta che il commissariamento porti a delle riforme.

L‘Associazione Italiana Arbitri si occupa del reclutamento, della formazione, della gestione tecnica, associativa e disciplinare degli arbitri di calcio in Italia. Ma dopo le dimissioni del presidente Trentalange, in molti pensano che la situazione nell’AIA sia destinata alla stagnazione.

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Trentalange ©️LaPresse

Dello stesso parere è l’avvocato Gianluca Ciotti, esperto di diritto sportivo ed ex osservatore arbitrale, intervenuto ai microfoni di calciomercato.it sul canale Twitch TVPLAY. Secondo l’avvocato il perimetro di indagine è già stato fornito da Abete, che nel consiglio federale ha ammesso che il terremoto interno all’AIA coinvolge ogni settore della federazione. “Chiunque sarà il prossimo presidente, mi auguro sarà rappresentativo di tutti e non solo di una parte“, ha commentato Ciotti. “E spero che questa rappresentanza sia usata per porre mano alle norme del regolamento sia in termini delle elezioni che in termini di nomina siano essi organi di giustizia o amministrativi”

L’avvocato ha poi parlato della necessità di riforme per correggere una situazione critica, che dura da più di quindici anni. “L’AIA non sembra proiettata verso il futuro ma verso una stagnazione, con il tutto culminato in una vicenda impensabile e in un danno per il calcio”.

Per Ciotti bisogna insistere sulla trasparenza e sulle riforme: “L’attuale sistema ha ventidue anni, è vecchio…” Ciotti si riferisce al sistema di elezione, che è stato introdotto nel 2000 e che ha mostrato vari limiti, per esempio quello di non rappresentare la minoranza. “Serve un meccanismo di elezione che permette alla minoranza comunque di essere rappresentata, è una funzione di garanzia. L’attuale sistema che prevede un controllo totale della maggioranza ha mostrato tutti i suoi limiti. Nasce così un sistema senza contradditorio”.

Riformare l’AIA indispensabile per la credibilità del calcio

Infine l’ex osservatore arbitrale si è concentrato sulle dimissioni non attese ma poi portate a compimento da Alfredo Trentalange. “Quando i presidenti hanno confermato la fiducia elettiva conferita secondo le regole, quindi legittima, a un soggetto, ovvero Trentalange, e poi il settore a capo di questo soggetto rischia di essere commissariato vuol dire che c’è un problema“, spiega Ciotti. E questo problema è che l’AIA, per fare il bene del calcio, dev’essere autonoma.

Ciotti a calciomercato.it
Ciotti a calciomercato.it

E deve fare il passo da associazione a società di servizi. Perché oltre al problema del VAR c’è un altro problema… Nonostante una legge che designa gli arbitri come lavoratori, qualcuno invece ha fatto una distinzione tra atleti e direttori di gara, equiparandolo per esempio a figure come l’arbitro di sedia della pallavolo“.

In conclusione l’avvocato spera che possa nascere qualcosa di nuovo. Per esempio un sistema differente, “attraverso il quale, almeno idealmente, si impedisca il mercimonio tra voto e ingerenza sul tecnico… Vogliamo far votare tutti gli arbitri? Bene, però anche qui va fatta una statistica, dobbiamo andare a vedere quanti arbitri effettivamente resistono in cinque anni nel corpo dell’AIA, perché tanti entrano ed escono. Bisogna trovare degli equilibri”.

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