Berrettini stenta a crederci: “Mi ha messo i brividi”

Berrettini si apre in un’intervista a tutto tondo: ecco cosa ha detto il tennista romano a proposito di un recente avvenimento. 

Matteo Berrettini ci sarà. Dopo aver trascorso qualche giorno in compagnia della sua dolce metà, la tennista Ajla Tomljanovic, è pronto a fare le valigie e a partire alla volta dell’Australia. Parteciperà sia all’Atp Cup, che avrà inizio il giorno di Capodanno, che agli Australian Open, in programma per la seconda metà di gennaio.

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L’infortunio che gli ha impedito di partecipare alle Finals e alla Coppa Davis sembra quindi, per fortuna, un lontanissimo ricordo. Pper tranquillizzare i suoi fan, ancora preoccupati per le sue condizioni di salute, ha voluto ribadirlo ancora una volta proprio ieri, intervenendo ai microfoni di Sportface in un’intervista trasmessa su Facebook e YouTube.

“Sto bene – ha sottolineato – e giocherò regolarmente in Australia”. Non ci sono dubbi, dunque, circa la sua partecipazione. Detto ciò, si è lasciato andare ad una considerazione circa un avvenimento di cui si è reso protagonista alcuni giorni fa. Qualcosa che, a quanto pare, non si aspettava neanche lui.

Berrettini e quella copertina da non credere

Berrettini
©️LaPresse

Matteo Berrettini ha fatto riferimento alla copertina del magazine di L’Équipe, il giornale sportivo fondato da Jacques Goddet nel 1946, in cui c’era anche il suo volto. C’era per una ragione ben precisa: il quotidiano ha voluto celebrare i campioni italiani del 2021, motivo per il quale ha incluso anche il tennista romano.

“Quella copertina – ha detto, visibilmente emozionato – mi ha messo i brividi. Mi impressiona pensare di essere diventato come gli atleti che guardavo quando ero piccolo. A 19 anni mi allenavo per la Serie A con Bolelli, Starace e Cipolla: li guardavo come se fossero alieni”.

Anche lui, ora, è uno di noi. E prenderne consapevolezza, a quanto pare, lo riempie comprensibilmente d’orgoglio. “Gli ultimi anni sono passati velocissimi – ha aggiunto Berrettini – ma vedere quanto il mio lavoro abbia pagato è la cosa più importante per me”. Con la speranza, in cuor suo, che quella non sia l’ultima copertina.

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