Gratta e vinci milionari, altro che truffa: quanto successo ha dell’incredibile

Gratta e vinci milionari, la Procura archivia le indagini a carico del muratore mantovano che aveva vinto 3 milioni in 20 giorni. 

Sotto la patina argentata del primo Gratta e vinci aveva trovato un milione di euro. Nel secondo, appena venti giorni dopo, addirittura il doppio. Era il mese di febbraio, quando la vita di un muratore mantovano, di origini brasiliane, era stata letteralmente stravolta non da uno, ma da ben due colpi di fortuna a distanza sorprendentemente ravvicinata.

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Talmente ravvicinata che, quando si era recato in banca a Peschiera, per riscuotere la doppia vincita e per disporre un bonifico da 800mila euro su un conto corrente di sua proprietà, acceso presso un istituto di credito brasiliano, era sembrato tutto sembrato fin troppo sospetto.

Immediata era stata, da parte dell’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, la segnalazione di quanto accaduto alla Guardia di finanza. La Procura, dal canto suo, come vi avevamo già raccontato qui, non aveva potuto fare altro che dare il via alle indagini, in maniera tale da scoprire se ci fosse, o meno, qualcosa dietro.

Gratta e vinci milionari, il denaro torna al muratore

Gratta e vinci
(Pixabay)

Gli investigatori avevano sospettato che questa coincidenza sospettosamente fortuita fosse stata determinata non dal caso, ma da una fuga di notizie. S’ipotizzava, cioè, che uno o più dipendenti della Lottomatica avessero messo in piedi una truffa bella e buona, spifferando ad un complice dove si trovassero i Gratta e vinci milionari.

E invece no. A quanto pare, le cose non sono andate proprio così. Nelle ultime ore, infatti, la magistratura veronese ha fatto sapere che il fascicolo d’inchiesta a carico del muratore mantovano è stato archiviato. Il denaro vinto, che era stato sequestrato con l’ipotesi di riciclaggio, è invece stato immediatamente restituito al legittimo “proprietario”.

Si tratta, al netto della tassazione, della bellezza di 2,4 milioni di euro. È venuta così a cadere completamente l’accusa inizialmente avanzata. Quella che si riferiva, cioè, al fatto che i soldi riscossi fossero provenienti «dal delitto di accesso abusivo al sistema informatico della società concessionaria della lotteria e conseguente rivelazione di segreto».

 

 

 

 

 

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